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Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2010 alle ore 07:54.
Abbiamo visto e rivisto i 12 minuti e francamente non riusciamo a pensare che si dovesse proprio fare così. Che fosse indispensabile andare avanti a oltranza, a scandire le notizie sulla morte di Sarah Scazzi in diretta tv, davanti alla madre. Chi l'ha visto è una trasmissione creata e condotta da professionisti di provata esperienza. Proprio per questo ci saremmo attesi a un certo punto - molto presto e molto prima - che si dicesse basta, chiudendo il collegamento.
Invece è andato in scena uno psicodramma televisivo, in un climax angosciante tra agenzie, mezze smentite, inviti ai carabinieri a telefonare per confermare il ritrovamento del cadavere. Il tutto in una frenesia che contrastava drammaticamente con una faccia impietrita sul maxi-schermo in studio. Dodici minuti di agonia per quella persona. Un sovrappiù di pena perfino per chi guardava da casa.
La tv può e deve fermarsi a volte: le tragedie bastano a se stesse e vanno rispettate, non messe in scena. Non è moralismo, è uso consapevole del mezzo che si ha a disposizione. Potente, potentissimo. Al punto da prendere la mano anche a chi lo conosce e lo maneggia bene.
Secondo voi la trasmissione andava interrotta? Qui il sondaggio.