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Questo articolo è stato pubblicato il 25 febbraio 2012 alle ore 09:58.
L'ultima modifica è del 01 marzo 2012 alle ore 16:51.

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Gentile direttore,
seguiamo con interesse il dibattito lanciato dal Sole 24 Ore con il manifesto per lo sviluppo culturale, pubblicato il 19 febbraio. Anche se la gravità dell'attuale crisi economica è innegabile, l'Europa ha molte ragioni per essere ottimista e confidare nel futuro.

Per noi europei è il momento di comprendere che il nostro settore culturale rappresenta un formidabile serbatoio di speranze, idee e nuove prospettive di crescita economica per uscire della crisi. Il successo e la qualità della vita dell'Europa di domani dipendono dalle idee che sapremo lanciare per garantire la crescita. L'Europa creativa valorizza la cultura
Noi tutti dovremmo sforzarci di sviluppare qualità che gli artisti posseggono già, come la capacità di ricavare il massimo risultato dal minimo dei mezzi, di uscire dai sentieri già battuti e scoprire nuove e più eccitanti prospettive e combinazioni. L'arte non è solo una piacevole ciliegina sulla torta, ma un modo di pensare, un modello di lavoro innovativo basato sulla realtà, che può rappresentare per ciascuno di noi una fonte d'ispirazione per sfruttare al meglio le nostre potenzialità.

Questa crisi è una crisi dell'economia, della politica, ma non certo della cultura. Basti pensare alla vitalità delle città europee, attualmente tra le più creative e vibranti del mondo. Città come Milano, Londra, Parigi, Amsterdam, Berlino e Copenhagen non sono solo grandi centri metropolitani, ma anche grandi capitali della creatività, che offrono centinaia di migliaia di posti di lavoro in industrie creative quali il cinema, la musica e l'arte, ma anche il design, la moda, i videogiochi. Se terremo in maggior conto la cultura nella pianificazione urbana, nelle politiche sociali e nelle strategie imprenditoriali potremo creare città più economicamente sostenibili, attraenti e vivibili.

Prendiamo l'esempio di Copenhagen: un recente sondaggio condotto dal gruppo di riflessione danese Fora evidenzia che l'industria creativa è il principale settore economico della città, giacché garantisce oltre 70mila posti di lavoro, sia direttamente collegati ad attività creative che dipendenti da settori commerciali come quello dei negozi di abbigliamento, che beneficiano delle invenzioni dell'industria creativa. Ben il 21% delle imprese fondate in Danimarca nel 2008 svolgevano attività correlate all'elaborazione di valori legati alla creatività. Nell'Unione europea l'industria creativa rappresenta tra il 3,3% e il 4,5 % dell'intera economia, a seconda dei parametri di misurazione. Inoltre l'occupazione nell'industria creativa cresce più rapidamente che in altri settori (del 3,5 % all'anno, contro l'1% annuo dell'economia nel suo insieme).

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