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Questo articolo è stato pubblicato il 22 agosto 2014 alle ore 07:10.
L'ultima modifica è del 22 agosto 2014 alle ore 10:56.

(Corbis)(Corbis)

Fra le obiezioni o preoccupazioni ricorrenti c'è quella secondo cui la "comunicazione giudiziaria" rischia di diventare uno strumento di ricerca del consenso popolare e, più in generale, di incidere sul ruolo di imparzialità del giudice. Un pericolo reale. Ma il principio-guida - come per chiunque fa informazione - non può che essere quello della responsabilità: qualunque sia la decisione, chi la prende se ne assume la responsabilità. Comunicare non vuol dire giustificare o convincere, ma solo spiegare in modo trasparente i motivi di una decisione. Motivi su cui è legittimo discutere e anche dissentire; quel che conta è la qualità della discussione e del dissenso. Che è poi qualità della democrazia.

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