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Questo articolo è stato pubblicato il 07 ottobre 2014 alle ore 06:45.
L'ultima modifica è del 07 ottobre 2014 alle ore 13:00.

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Stefania Giannini (Ansa)Stefania Giannini (Ansa)

Lei è d'accordo con i francesi?
Io credo che sia un dibattito che deve essere aperto in Europa. Nel semestre stiamo proponendo un Maastricht della ricerca, raccogliendo una proposta che fu fatta dal vecchio parlamento. Mettere al centro dell'agenda questo tema significa dare una corsia preferenziale a questo tipo di investimento.

Ministro Giannini, è una battaglia persa in partenza in Europa o si può fare? La Merkel e Renzi stanno per salire sul ring?
La battaglia in Europa non è quella della Merkel, di Renzi e dei leader politici, ma quella decina di milioni di ragazzi che non la vedono come noi, ma sono convinti che l'Europa è il loro spazio. L'Europa dell'Erasmus, della mobilità, dei voli low cost

È un'Europa che va ancora costruita, dobbiamo essere onesti, allora in questo senso il vertice tra Merkel e Renzi è cruciale.Intanto parlando di università, l'ex Ministro Gelmini ha detto “L'università è un sacco bucato dove non vale la pena di mettere altre risorse”. Ha torto?
È un sacco che è stato mezzo vuoto e mezzo pieno non solo di risorse, ma anche del coraggio di distinguere tra il diritto allo studio e l'eccellenza.
Abbiamo una percentuale molto bassa di laureati, al 18%, dovremmo arrivare al 40% entro il 2020, questa è la priorità. Non ce la farà nessuno ma noi partiamo da una posizione molto arretrata. Allo stesso tempo dobbiamo far sì che le Università che hanno un profilo di eccellenza possano correre senza vincoli, liberamente, per competere sul campo internazionale.
“Scuole belle, non è vero, chiamate i sindaci”, ci scrivono in un SMS
I sindaci credo che sappiano che quelli che ci hanno fatto una richiesta sono stati inseriti in una graduatoria

Ma per riqualificare l'insegnamento universitario si tornerà alle assunzioni a chiamata?
No, intanto abbiamo fatto un piccolo cambiamento che produce una rivoluzione, le abilitazioni saranno continue, si potrà essere valutati tutto l'anno e non con concorsi a singhiozzo.

Ma sono meglio le abilitazioni nazionali?
Sono due cose che si devono abbinare. L'abilitazione è qualcosa che ti dice se puoi fare il chirurgo e aprire la pancia di qualcuno, e l'altra ti dice in quale ospedale.

Insomma mai più concorsi?
Il concorso è un principio costituzionale nel nostro paese e ti dà la patente

Intanto nelle prime 150 università del mondo, non c'è nessuna università italiana. Ci dobbiamo rassegnare?
Ci sono troppi vincoli, troppe camicie di forza; bisogna avere il coraggio di toglierle.

Ministro Giannini, torniamo alla “buona scuola” che è un suo punto di forza. Nelle primarie volete più musica e sport, nelle secondarie più storia dell'arte. Sicura che è la strada giusta?
Sono le competenze che ci qualificano nel mondo. E devo dire guardandomi intorno che non sono poi così robuste né tra i giovani e né tra i meno giovani. Quindi, ripartiamo anche da lì.

E l'inglese, l'ha detto, cominciamolo dalla prima elementare
Sì, assolutamente.

Ma in un Paese dove nei banchi di scuola ci sono 850 mila alunni di 190 nazionalità diverse, il problema primario non dovrebbe essere quello dell'integrazione?
È un tema, non è un problema. La buona scuola pensa alla formazione degli insegnanti anche per fare questo.

Per esempio, le faccio un esempio, a Padova il primo giorno di scuola c'erano 65 figli di emigranti e un solo italiano in una scuola. Un caso paradossale, ma da affrontare come?
Sono l'8% in tutta Italia i bambini stranieri, non sempre hanno una competenza di italiano perfetta, quindi si deve partire anche da lì. È l'altra faccia della medaglia dell'insegnamento linguistico di una lingua straniera. Ci vogliono obiettivi chiari, competenze per chi insegna, e la volontà di avere una scuola moderna.

Quindi lei dice 'scuole belle, scuole sicure, scuole nuove', non sono solo hastag, ma anche arrosto. È così?
Ci stiamo lavorando da 8 mesi, mi pare che 140 pagine di pensiero articolato con tanto di proposte dettagliate e soldi contati, come ha detto lei, siano la prova che si sta lavorando sul serio.

Senta i 150 mila neoassunti di cui abbiamo parlato prima, potrebbero già sperimentare il contratto unico a tutela crescente di cui si sta parlando, e domani immagino se ne parlerà ancora di più nell'incontro tra governo e sindacati?
Soprattutto potranno e potrebbero sperimentare il contratto che prediamo per gli insegnanti, che fa scatti stipendiali e crescita in carriera per merito e non per anzianità.

Lavorate con i sindacati per agire sugli scatti di anzianità e rendere meno onerosa per lo Stato la ricostruzione della carriera?

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