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Questo articolo è stato pubblicato il 07 ottobre 2014 alle ore 06:45.
L'ultima modifica è del 07 ottobre 2014 alle ore 13:00.

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Stefania Giannini (Ansa)Stefania Giannini (Ansa)

La consultazione riguarda tutti, online e offline, i sindacati li incontrerò mi sembra la settimana prossima o quella successiva.

Ma a proposito di sindacati che incontrerà, lei cosa si aspetta dall'incontro di domani tra Renzi e l'organizzazione sindacale, uscirà qualcosa oppure no?
Mi aspetto che ci sia una consapevolezza pari che si sta giocando tutti nella stessa metà del campo, per una partita che va assolutamente vinta.

Il presidente di Confindustria Squinzi, ha detto che il Tfr in busta paga è una follia per l'industria italiana. Renzi insiste. Lei da che parte sta?
La proposta che è venuta fuori mi piace molto, perché lascia libero il lavoratore di scegliere e non svuota le casse delle imprese.

Quindi ha ragione Renzi e torto Squinzi?
Io dico da cittadina se mi fanno scegliere sono felice se mi posso giocare il TFR subito. A me piace.

Ministro Giannini, ma l'articolo 18 è un residuato ideologico e basta?
No, è un punto già superato nei fatti, ma che va anche accantonato in nome di una politica del lavoro flessibile e sicura. È quello a cui si sta lavorando, e credo che sarà una battaglia vinta.

Senta, studio e lavoro restano due mondi ch enon comunicano abbastanza. In Italia i giovani che affiancano formazione e occupazione sono il 3,7%, in Germania il 22%. Come avvicinarli?
In Germania hanno cominciato 30 anni fa, con le scuole professionali, le “Fachhochschulen “, noi rinforziamo adesso questo capitolo.

Ma le scuole professionali da noi le rinforziamo?
Sa come si chiama un capitolo della nostra scuola? “Fondata sul lavoro”. Parte da lì. Cioè alternanza scuola-lavoro, 200 ore all'anno per tutti gli studenti del triennio degli Istituti tecnici.

Ma perché da 18 anni e non da 14, come in Germania?
No, triennio, quindi 16-18. Ci vogliono 100 milioni per fare questo, quindi uno stanziamento non trascurabile.

Uno studio della Commissione europea dice che il 40% della disoccupazione giovanile è imputabile proprio al difficile rapporto tra scuola e lavoro. È vero?
Una parte dipende proprio da questo. Quindi è assolutamente fondamentale far provare agli studenti cosa significa lavorare e dar loro quindi le competenze giuste.

Gli studenti chiedono di abolire il numero chiuso per l'ingresso all'università che coinvolgono metà dei corsi universitari. Lo farà?
Abolirò test di ingresso a medicina, che non significa abolire il numero chiuso La mia proposta è questa, poi bisogna vedere il consenso politico su questo.

Però abolirà il test. Da quest'anno?
Dal prossimo anno accademico, la proposta che farò è questa.

Ma il modello francese di selezione dopo il primo anno, non sarebbe meglio?
È un riferimento molto buono che va calato nel contesto italiano, significa valutare gli studenti migliori per quella facoltà e non affidarsi a 60 domande a risposta multipla.

Intanto la riforma della maturità vorrà dire solo commissioni interne? Lo fate per risparmiare?
No, per adeguare i valutatori alla prova. La maturità promuove il 98% degli studenti e sintetizza il percorso di studio. È meglio che la faccia una commissione che conosce gli studenti o che la faccia una commissione esterna, che per inciso costa 140 milioni Non è sbagliato tener conto anche del risparmio.

Ministro Giannini, c'è chi dice che nel vostro documento non c'è la risposta alla domanda fondamentale di questi tempi di crisi. A che cosa serve la scuola?
Siamo il paese di Don Milani, di Malaguzzi, di Don Bosco e della Montessori. La scuola serve per formare persone, e per fare questo ci vogliono competenze antiche e nuove. E soprattutto si tratta di un ruolo educativo, non solo di istruzione e contenuti scolastici.

Le faccio un'ultima domanda. In realtà che cosa deve certamente sapere fare un giovane italiano del ventunesimo secolo in un mondo che fa del sapere e della conoscenza il motore della competizione globale?
Deve capirlo questo mondo, e per capirlo servono le lingue, perché il mondo non finisce nella tua città e nel tuo paese. Serve un pensiero computazionale perché ormai le fonti di dati sono molteplici.
Serve una competenza aggiornata e poter diventare persone con sguardo e punto di vista originale sul mondo.

Ultimissima domanda personale. Lei è ancora di scelta civica?
Certo, siamo entrati in Parlamento per questo e finché durerà la legislatura dobbiamo fare quello che già stiamo facendo. Un sostegno leale e convinto al governo.

La prossima, nel PD?
Gliel'ho già detto: squadra di provincia. Quello è uno squadrone.

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