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Il Presidente che serve al Paese

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L’EDITORIALE

Il Presidente che serve al Paese

Il presidente della Repubblica dimissionario, Giorgio Napolitano (Olycom)
Il presidente della Repubblica dimissionario, Giorgio Napolitano (Olycom)

Helmut Kohl non dice una parola in inglese e neanche in francese, parla in tedesco, ha buttato giù il muro di Berlino e riunito un popolo. Ha imposto una tassa di solidarietà trentennale ai cittadini della Germania dell’Ovest per la ricostruzione avvenuta dell’Est, ha messo le basi per una Germania europea e non un’Europa germanica. La forza politica e la statura internazionale di Kohl sono state preziose per il suo Paese al punto da essere stato scalfito solo marginalmente dallo scandalo dei fondi neri alla Cdu. L’assenza a fasi alterne di altrettanta lungimiranza nei suoi successori pesa sulla costruzione di una Nuova Europa politica fuori dagli egoismi nazionali e da vecchi e ricorrenti feticismi.

Questa statura internazionale serve oggi a un Paese come l’Italia che vive una transizione complicata e fatica a conquistare la normalità in uno scenario mondiale con un solo vero motore che è l’America. Nel novembre del 2011 l’Italia era a un passo dal fare la fine della Grecia, oggi il destino della Nuova Europa è appeso al risultato delle elezioni greche e alla durezza o meno delle stringhe tedesche di Europa e Bce.

Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo: per il Quirinale non è tempo di sperimentazioni. Lo “stato di necessità” che spinse Napolitano alla supplenza in quella fase delicatissima nessuno lo auspica, ma nulla permette di escluderlo. Per questo servono la testa e le mani esperte di un Presidente all’altezza del compito, che sappia guidare la conciliazione tra partiti e Paese reale e abbia il rispetto di chi lo vota e di chi non lo vota. Avere un Capo dello Stato di statura internazionale può aiutare a riempire quella sala vuota di Strasburgo che ha ascoltato il discorso di chiusura della presidenza di turno italiana e a raccogliere i frutti della semina di una Nuova Europa espansiva e solidale che segna la cifra più rilevante dell’impegno politico internazionale di Renzi.

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