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Cultura-Domenica Libri

Gli eredi di Gianni Rodari a trent'anni dalla morte

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Questo articolo è stato pubblicato il 26 maggio 2010 alle ore 11:57.

A novant'anni esatti dalla nascita, a Omegna sul Lago d'Orta, e trenta dalla morte, Gianni Rodari resta uno degli scrittori per bambini più amati. Il suo testimone è stato idealmente raccolto da diverse generazioni di scrittori che popolano gli appuntamenti dedicati ai lettori più giovani. Sia in Piemonte – dall'iniziativa della Regione Nati per leggere fino ai laboratori del torinese Circolo dei lettori –, sia in Liguria, dove sabato scorso al museo Luzzati di Genova è stato consegnato a una quindicina fra autori e illustratori il premio Andersen.

Da dopodomani a Sestri Levante si tiene il Festival dedicato al favolista danese con la premiazione di fiabe inedite fra le oltre 1.500 giunte da tutta Italia. Numerosi autori sono del Nord-Ovest: «Qui il panorama degli scrittori per bambini e ragazzi è interessante – osserva Pino Boero, docente di Letteratura per l'infanzia all'Università di Genova – con nomi più consistenti, noti e storicizzati in Piemonte e una decisa ripresa in Liguria negli ultimi vent'anni. Se non si può parlare di eredi di Rodari a pieno titolo, di rodariano ritornano spesso l'attenzione per la fiaba tradizionale e una componente umoristica che pervade taluni autori».


In molti casi sono o sono stati insegnanti. Come Angelo Petrosino, tarantino di nascita: dal 1964 vive a Chivasso e dopo anni trascorsi a scrivere solo durante le vacanze, oggi è in pensione e fa lo scrittore a tempo pieno. Dall'esordio, nel 1989, a oggi, ha pubblicato oltre cento libri. La passione per la scrittura lo ha accompagnato fin dall'adolescenza, ma dall'insegnamento ha ricavato la conoscenza dei sogni e dei comportamenti dell'infanzia. Nel 1995 ha creato la fortunatissima serie di Valentina, «quasi per riparare un torto, perché difficilmente le bambine sono protagoniste», immaginandosela «curiosa, aperta intelligente e generosa, calata nella realtà concreta. Il suo sguardo mi ha permesso di raccontare come è cambiato il mondo in questi anni». Nei prossimi otto libri in uscita nel 2011 (sempre con Piemme) Valentina compie il grande salto e andrà al liceo.


La torinese Anna Vivarelli, fresca vincitrice dell'Andersen 2010 per la categoria "scrittore dell'anno", è approdata ai libri per ragazzi dopo essersi dedicata a testi teatrali e radiodrammi per la Rai. Una quindicina d'anni fa ha iniziato scrivendo a quattro mani con un altro torinese già insegnante, Guido Quarzo – fra i suoi successi L'ultimo lupo mannaro in città, Clara va al mare e Marmellata di basilico – spesso alle prese con temi difficili come la disabilità. «Esordio atipico – ricorda Vivarelli –: mi ha consentito di capire che quella era la mia strada». Da allora ha pubblicato una quarantina di titoli: solo in qualche caso, come quello dei cinque fratelli Wilson, gli stessi protagonisti ritornano in un secondo libro. Sempre piemontesi sono Anna Lavatelli (che ha scritto diversi libri a quattro mani con Vivarelli, Sebastiano Ruiz Mignone, Sabrina Rondinelli) e Pierdomenico Baccalario: nato ad Acqui nel 1974, predilige le storie d'avventura; ha vinto il Premio Battello a Vapore a 24 anni.

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In Liguria, al recupero della fiaba popolare operato da Beatrice Solinas Donghi si affiancano «la sperimentazione di generi diversi di Giorgio Scaramuzzino, autore e regista di spettacoli per ragazzi al teatro dell'Archivolto – sottolinea Barbara Schiaffino, direttore di Adersen, rivista genovese che è la bibbia per gli addetti ai lavori e gli appassionati di letteratura per l'infanzia – e una generazione molto giovane di autori già affermati». Anselmo Roveda, genovese, classe 1972, ha esordito nel 2005 con Il giorno in cui il leone regalò una coda agli animali; da allora ha scritto una decina di libri di cui l'ultimo, Una partigiana di nome Tina, uscito a marzo. Roveda ha fatto a lungo l'educatore di minori in situazione di disagio: «Raccontare storie – dice – è un modo molto efficace per stabilire un contatto con i ragazzi». Ventiquattrenne è un'altra genovese, Sara Boero. All'esordio, sedicenne, con L'estate del non ritorno, sono seguiti altre tre libri. «I miei personaggi – dice – sono prevalentemente ragazze e hanno fra i 13 e i 20 anni». Ora Sara sta cercando un editore per la sua ultima fatica, destinata ai lettori adulti. Ma non esclude affatto di tornare a scrivere per i più giovani

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