Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2010 alle ore 18:44.
Farà strada Pietro Marcello, giovane regista casertano 33enne con il physique du role di capitan Arlock, il pirata a fumetti che faceva sognare i bambini negli anni 80. Il suo La bocca del lupo, dopo aver vinto il Torino Film festival lo scorso autunno e aver commosso la platea della sessantesima Berlinale, si è aggiudicato il Nastro d'argento 2010 come migliore documentario. A discapito del favorito Draquila, l'Italia che trema di Sabina Guzzanti, che tanto aveva fatto discutere Cannes nelle scorse settimane.
La bocca del lupo è una lunga intervista a Enzo e Mary, entrambi ex galeotti, inquilini di una casa scrostata nei bassi di Genova, protagonisti di una storia d'amore tenerissima e poetica, nella sua inusualità. Enzo ha appena finito di scontare 14 anni di prigione, Mary è una trans, che vive di prostituzione. Sono legati da un rapporto pudico e pulito, nato in carcere, dove hanno trascorso alcuni mesi assieme. Il film, costato 90mila euro, era stato commissionato a Marcello dai gesuiti della fondazione san Marcellino del capoluogo ligure, che volevano dare voce alla Genova persa e invisibile dei vicoli malfamati dove operano.
Niente appare squallido nell'abitazione di Enzo e Mary, dove è stato girato il documentario. Un appartamentino modesto, ma rassettato con dignità, tra i cani che fanno capolino e strappano qualche sorriso, come i racconti di Enzo, che mai mette in dubbio la propria mascolinità, mentre racconta di come proteggeva Mary dalle guardie e dai carcerati «che mica hanno rispetto per i "bulici"», come in Liguria chiamano gli omossessuali.
Marcello rifiuta qualsiasi etichetta, sociale o d'avanguardia, per il suo cinema e anche il termine di documentarista gli sta stretto. «Non credo alla realtà del cinema, comunque c'è una manipolazione, un depistamento», ci aveva raccontato a Berlino. E mentre narra questa storia di rispetto di due individui feriti, che si proteggono l'un l'altro, appaiono a sorpresa scorci di Genova dei primi del Novecento e dei vicoli sporchi dei giorni nostri, forse più intensi e vivi di quelli patinati che ben conosciamo.
Marcello non è potuto presenziare alla cerimonia dei Nastri d'argento per la morte del padre. Cerimonia svoltasi in clima di contestazione per le protesta per i tagli alla cultura e per manifestare solidarieta' ai ragazzi del Centro Sperimentale. Tra i documentari dedicati al cinema un premio è andato a Negli Occhi su Vittorio Mezzogiorno, mentre una menzione speciale a L'uomo dalla bocca storta, su Luciano Salce. Una segnalazione infine per la Bim di Valerio De Paolis, in finale con ben due titoli, e per La maglietta rossa di Mimmo Calopresti.