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Cultura-Domenica Musica

Wayne Shorter apre la tre giorni di Jazz a Milano

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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2010 alle ore 11:15.

Da molto tempo ormai la città di Milano è priva di un autentico festival di musica afro-americana, dopo la cessazione (nel 1990) di quello che veniva allestito ogni anno, al Teatro Ciak, dall'indimenticabile impresario Leo Wachter (si chiamava appunto «Festival Internazionale del Jazz Città di Milano»). Succede adesso, alla fine di questo mese di giugno, che tre concerti di grande spessore si accostino casualmente nel volgere di tre giorni, in modo da rinverdire quel ricordo.

La casualità è evidente perché gli enti organizzatori e i luoghi sono diversi, e due dei tre concerti coincidono in modo che il pubblico interessato è costretto a scegliere; ma il piacere della sorpresa rimane. Arriva lunedì 28 alle 21.30 al Teatro degli Arcimboldi per la rassegna Il Ritmo delle Città il quartetto del sassofonista Wayne Shorter che propone il suo unico concerto italiano; per la medesima rassegna si esibisce mercoledì 30 all'Orto Botanico in via Valvassori Peroni 7, ore 21.30, il quintetto della violinista Regina Carter (che la sera seguente suona a S.Elpidio nelle Marche).

E qui c'è la coincidenza: mercoledì alla stessa ora, nel parco della Villa Arconati di Bollate, hinterland immediato di Milano, suona il gruppo del pianista Herbie Hancock che il 1° luglio è in programma anche all'Auditorium Parco della Musica di Roma e il 15 luglio a Perugia per Umbria Jazz. Vediamo i particolari. Wayne Shorter si presenta con Danilo Perez pianoforte, John Patitucci contrabbasso, Brian Blade batteria. Il quartetto è fra i più collaudati in attività, e può avvalersi delle pregevoli composizioni di Shorter che è come sempre un fertile ideatore di temi nuovi.

Nella presentazione del concerto i "magnifici quattro" vengono definiti fuoriclasse del jazz contemporaneo capaci di respirare all'unisono, nonché di portare la prassi dell'improvvisazione ai livelli delle formazioni storiche del jazz di cui raccolgono l'eredità con pieno merito. L'esclusività del concerto attira nel teatro milanese molti spettatori anche da lontano. La violinista Regina Carter, attesa due sere dopo all'Orto Botanico, non si è concessa molto, finora, al pubblico di Milano. Ma molti serbano ugualmente il ricordo di un suo eccellente concerto all'Auditorium con una formazione diversa dall'attuale che comprende Balla Tounkara kora, Will Holshouser accordion, Chris Lightcap basso e Alvester Garnett percussioni.

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Tags Correlati: Brian Blade | Herbie Hancock | John Patitucci | Leo Wachter | Milano | Musica | Sony | Vinnie Colaiuta | Wayne Shorter | Will Holshouser

 

Giova ricordare che qualche tempo fa la città di Genova le ha permesso di suonare con il violino che è stato di Niccolò Paganini, detto il cannone (il violino, non Paganini) di cui la città ligure è giustamente gelosa. Regina Carter è considerata la figura più rappresentativa del violino contemporaneo nel jazz per la sua personalità versatile, legata com'è alle radici blues della musica nera ma attenta nello stesso tempo ad altri orizzonti sonori, in particolari a quelli europei. Si prevede che il suo programma sia basato sul suo cd più recente, Reverse Thread per E1/Music. In totale coincidenza, si diceva, è il concerto a Villa Arconati – stesso giorno, stessa ora – del pianista Herbie Hancock con Greg Phillinganes tastiere, Lionel Loueke chitarra, Tal Wilkenfeld basso e Vinnie Colaiuta batteria. Anche il suo arrivo coincide con un nuovo cd, The Immagine Project per Sony, peraltro ricco di parti vocali per cui è difficile che i concerti gli somiglino. La concorrenza con Regina Carter è tale da dispensare da qualsiasi consiglio. La preferenza per l'uno o per l'altra è questione di gusti.

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