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Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2010 alle ore 07:54.
Quella caduta di pezzi di malta a maggio non era un sintomo di buona salute. E c'era già chi prevedeva crolli più importanti come quello di due mesi prima nella vicina Domus Aurea. «Finché esisterà il Colosseo, esisterà anche Roma; quando cadrà il Colosseo, cadrà anche Roma; quando cadrà Roma, cadrà anche il mondo», ammoniva il venerabile Beda nel VII secolo, periodo in cui l'Anfiteatro Flavio-Colosseo era praticamente ridotto a cava di marmo travertino e ferro. E per i romani il suo profilo è familiare almeno come la visione dei turisti stesi sui pratini antistanti a godere della sua mole, e quella dei ponteggi dei restauri lì almeno dalla metà degli anni Novanta.
Ora, però, per il monumento voluto dall'imperatore Vespasiano sembra aprirsi una nuova fase, finalmente decisiva: il ministero per i Beni Culturali ha appena presentato il nuovo progetto per il restauro del Colosseo, la cui attuazione sarà preceduta da un avviso pubblico europeo per la ricerca di finanziatori privati. Servono 25 milioni di euro per completare o iniziare una lunga lista di interventi: il restauro del prospetto settentrionale e meridionale, la sostituzione delle chiusure dei fornici del primo ordine con cancellate, la revisione e restauro degli ambulacri del primo e secondo ordine, la revisione, restauro e consolidamento degli ipogei, l'adeguamento e integrazione degli impianti (elettrico, videosorveglianza, allarme) e infine la realizzazione di un centro servizi da 1.500 mq nella piazza antistante. Una cifra di poco inferiore agli intrioti totali del 2009 del complesso "Colosseo, Palatino e Foro Romano", quasi 30 milioni e mezzo di euro secondo i dati del MiBaC, che rende il complesso stesso di gran lunga il più remunerativo del paese, con gli Scavi di Pompei al secondo posto con appena 16,3 milioni.
Gli sponsor privati potranno pregiarsi del loro investimento, ma resta da capire esattamente come, visto che saranno vietati (per fortuna) quei mega pannneli pubblicitari che coprono i monumenti in fase di restauro. «Ci aspettiamo che siano proprio i potenziali sponsor a fare delle proposte intelligenti in questo senso», dice Roberto Cecchi, Commissario per le aree archeologiche di Roma e Ostia Antica. «Noi metteremo dei paletti molto forti, perché vogliamo a tutti i costi evitare la mercificazione verso il basso del monumento».