House Ad
House Ad
 

Cultura-Domenica Arte

L'isola di Wight festeggia 40 anni, anzi 41, anzi 42

Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2010 alle ore 19:03.

«Sai cos’è l’isola di Wight», cantavano i Dik Dik nel 1970 . Naturalmente, seguendo una tradizione molto in voga a quell’epoca tra i gruppi italiani, la canzone non l’avevano scritta loro. Era invece una cover di “Wight is Wight” di Michel Delpech. E il brano, per quanto strano possa sembrare, non parla del mitico Festival che, dal 26 al 30 agosto di 40 anni fa, trasformò l’isola dalle bianche scogliere nella patria mondiale degli hippies.

Già, perché il mitico raduno del ‘70 era stato, in realtà, preceduto da altre due manifestazioni, nel ’68 e nel 69. La prima era durata un giorno soltanto e aveva avuto per protagonisti, tra gli altri, i Jefferson Airplanes. Un anno dopo, invece, sul palco si erano avvicendati artisti del calibro di  Joe Cocker, The Band, i Free e Richie Havens ma soprattutto Bob Dylan che, non a caso, è citato nella canzone di Delpech.

Al secondo appuntamento, le giornate del Festival erano già diventate due e il pubblico era formato da una massa di 150mila persone. Si trattava, in fondo, della prima esibizione dal vivo del menestrello di Duluth dopo l’incidente di moto del’66, che lo aveva costretto ad un temporaneo ritiro dalla scene proprio quando era all’apice del successo. Per la cronaca, l’esibizione di Dylan si rivelò molto deludente, con uno Zimmerman dall’aspetto quasi azzimato che, fiacco e svogliato al punto da dimenticarsi le parole di “Like a Rolling Stone”, sfoggiava una nuova e poco credibile voce stile country.

L’evento destinato a rimanere per sempre nella memoria collettiva come il “Festival dell’Isola di Wight”, ad ogni modo, fu quello del 1970. L’ultimo megaconcerto di questo tipo, quello che avrebbe simbolicamente chiuso la breve stagione inaugurata da Woodstock.

Al raduno parteciparono almeno 600mila persone e Murray Lerner lo immortalò nella pellicola intitolata «Message to Love: The Isle of Wigth Festival». Alla nuova adunata i figli dei fiori di tutto il mondo arrivarono con il ricordo di Woodstock ancora fresco ma anche dopo i tetri avvenimenti di Altamont. Dove gli Hell’s  Angels (che inspiegabilmente avrebbero dovuto occuparsi della sicurezza) avevano accoltellato e ucciso un ragazzo di colore.

L’articolo continua sotto

Eric Clapton, Santana, Phil Collins, Michael Jackson e tanti altri: in arrivo una cascata di nuovi album

Clapton, Santana, Phil Collins & c. Le novità del rock d'autunno sono dei classici

L'industria discografica non si rassegna al declino storico al quale sembra avviata da circa un

I Dik Dik - L'isola di Wight

Tags Correlati: Arte | Dik Dik | Emerson | Europa | Hell's Angels | Isle of Wight Act | Jethro Tull | Jim Morrison | Joan Baez | Joe Cocker | Joni Mitchell | Leonard Cohen | Miles Davis | Procol Harum | Stati Uniti d'America | Supertramp | The Band | Wigth

 

Sull’isola britannica, invece, tutto filò liscio. Proprio come nelle tre mitiche giornate di “pace, amore e musica” di Woodstock. Lo spirito libertario, anticonformista e nonviolento degli hippies trasformò l’evento in una bandiera del Flower Power capace di proiettare la sua ombra gioiosa fino ai nostri giorni.

Ma il Festival dell’Isola di Wight non fu soltanto una copia del raduno americano di un anno prima. Il super-concerto inglese entrò immediatamente nella leggenda per diversi motivi. Per prima cosa rappresentava il punto più alto, la vetta del movimento dei figli dei fiori in Europa. Non a caso fu organizzato in Inghilterra che, dagli anni della “Swinging London” in avanti, fu il più importante avamposto della cultura hippy al di fuori degli Stati Uniti.

In quanto alle star in cartellone, poi, non aveva nulla da invidiare a Woodstock. Anzi, il cast che presentava era, se possibile, addirittura superiore a quello del Festival americano. Supertramp, Procol Harum, Chicago, The Who, Joni Mitchell, Miles Davis, Ten Years After, Emerson Lake & Palmer,Jethro Tull, Joan Baez e Leonard Cohen. Ma soprattutto Jimi Hendrix e i Doors.

Il leggendario chitarrista di Seattle salì per la penultima volta su di un palco proprio in questa occasione. Meno di un mese dopo venne trovato morto nel suo appartamento di Londra. Così, anche se lo show non fu dei migliori, rimase per sempre nella storia. 

Il Festival dell’Isola di Wigth fu anche il teatro dell’ultima esibizione europea del gruppo di Jim Morrison.  L’apparizione del Re Lucertola è uno dei momenti più emozionanti tra quelli catturati dalla cinepresa di Murray. Le sagome dei musicisti in controluce, circondati da un alone rosso fuoco, mentre le prime ipnotiche note di The End sembrano arrivare da qualche oscuro reame dimenticato.

Morrison è già avviato verso la sua tragica fine (morirà a Parigi meno di un anno dopo), è appesantito e si è fatto crescere una folta barba, quasi a nascondere il viso che aveva fatto innamorare migliaia di ragazzine. Eppure la magia è intatta e lo show dei Doors, pur non essendo una delle migliori performance del gruppo, fa ancora venire i brividi.

«Questa è la fine, mia unica amica…», canta Morrison assorto in chissà quale visione. Una mano a coppa sull’orecchio destro per ascoltare meglio la propria voce, l’altra a stringere il microfono con una sigaretta tra le dita. Oggi suona tristemente profetico. Perché il festival, se da un lato rappresentò una delle vette del Flower Power, dall’altro ne segnò anche la fine.

Fu l’ultima, oceanica invasione pacifica di quei giovani che sognavano di cambiare il mondo con la sola forza dell’amore. La non-violenza come talismano da opporre a tutto il male del pianeta. Una visione un po’ naif certo, ma anche piena di speranza e di un’innocenza che sarebbe andata perduta per sempre.

Il mondo non cambiò, le guerre non finirono anzi, se possibile e l’amore non si rivelò, purtroppo, la panacea per tutti i mali. Subito dopo il Festival venne varato il cosiddetto “Isle of Wight Act” che vietava di tenere sull’isola esibizioni per più di 5000 persone.

Oggi, dopo tanti anni, si celebrano delle riedizioni del raduno, come si fa per Woodstock. Ma tutto è diverso, e l’atmosfera di quell’alba degli anni ’70 è solo un pallido ricordo.

Restano le immagini, le registrazioni, le scene filmate da Murray a riportarci indietro nel tempo, quando un concerto era qualcosa di più di un’esibizione musicale, quando le parole pace, amore e musica accomunavano centinaia di migliaia di giovani. Quando l’Isola di Wight era ancora «l’isola di chi ha negli occhi il blu della gioventù…». 

Shopping24

Da non perdere

L'esempio di Baffi e Sarcinelli in tempi «amari»

«Caro direttore, ho letto (casualmente di fila) i suoi ultimi tre memorandum domenicali. Da

L'Europa federale conviene a tutti

Ho partecipato la scorsa settimana a Parigi a un incontro italo francese, dedicato al futuro

Non si può privatizzare la certezza del diritto

In questa stagione elettorale, insieme ad un notevole degrado, non solo lessicale, ma anche di

Le sette criticità per l'economia Usa

Quale futuro si prospetta per l'economia degli Stati Uniti e per quella globale, inevitabilmente

Sull'Ilva non c'è più tempo da perdere

La tensione intorno al caso dell'Ilva non si placa. Anzi, ogni giorno che passa – nonostante i

Casa, la banca non ti dà il mutuo? Allora meglio un affitto con riscatto. Come funziona

Il mercato dei mutui in Italia resta al palo. Nell'ultimo mese la domanda di prestiti ipotecari è


Jeff Bezos primo nella classifica di Fortune «businessperson of the year»

Dai libri alla nuvola informatica: Jeff Bezos, fondatore e amministratore delegato di Amazon,

Iron Dome, come funziona il sistema antimissile israeliano che sta salvando Tel Aviv

Gli sporadici lanci di razzi iraniani Fajr-5 contro Gerusalemme e Tel Aviv costituiscono una

Dagli Assiri all'asteroide gigante del 21/12/2012, storia di tutte le bufale sulla fine del mondo

Fine Del Mondo, Armageddon, end of the World, Apocalypse? Sembrerebbe a prima vista roba da