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Cultura-Domenica Musica

I settant'anni di John Lennon, una festa da 15 milioni di dollari

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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2010 alle ore 08:58.

Beatlesiani di tutto il mondo unitevi, perché questa settimana si inaugura un particolarissimo bimestre di celebrazioni: il 9 ottobre ricorre infatti il settantennale della nascita di John Lennon mentre l'8 dicembre sarà la volta dei trent'anni dalla scomparsa del chitarrista ritmico dei Fab Four.

Dato lo spessore del personaggio, in giro per il mondo non si contano i tributi organizzati da fan, associazioni e istituti di varia natura anche se, per ovvi motivi, la parte del leone (ferito, ma comunque agguerritissimo) spetterà alla Emi, major che da un anno a questa parte sta usando con insistenza l'«oggetto Beatles» per lasciarsi alle spalle una crisi dolorosa.

Stavolta il nome dell'operazione, concordato con la vedova Yoko Ono, è «Gimme some truth», lo stesso di un celebre pezzo dell'album «Immagine»: fan e curiosi potranno scegliere tra l'intera discografia solista, riunita nel cofanetto da undici cd «John Lennon Signature Box», l'ennesimo best of stavolta intitolato «Power to the People» (anche in versione cd+dvd) e il box da quattro cd chiamato per l'appunto «Gimme some truth», con le canzoni di John riunite per temi (c'è la sezione «Roots» sulle origini rock and roll, quella «Working class hero» sui pezzi politici, «Woman» sul suo rapporto con le donne e «Borrowed time» sulla sua visione della vita).

Chi è allergico ai cofanetti, può comunque optare per i singoli album in versione rimasterizzata. Poi c'è la nuova edizione di «Double Fantasy»: un doppio cd che unisce all'opera originale lo scarno «Double Fantasy Stripped Down», una versione dell'ultimo album di Lennon per l'appunto, spogliata e riportata all'essenzialità da Yoko Ono e Jack Douglas di nuovo nelle vesti di co-produttori. Uso intensivo nonché spregiudicato degli archivie, soprattutto, dell'immagine del Beatle più amato e controverso? A voi l'ideale risposta a questo interrogativo. Qualche rapido conto, tuttavia, aiuterà il lettore che ha minore dimestichezza con la materia beatlesiana.

Poco meno di un anno fa la rivista Fortune, sorta di Bibbia della finanza a Stelle e Strisce, stimò in 15 milioni di dollari il giro d'affari annuo legato a Lennon, tra vendita di dischi e merchandising. Yoko, storicamente osteggiata dai fan proprio per la grande disinvoltura con cui ha sempre gestito l'opera e l'immagine del defunto coniuge, può oggi contare su un patrimonio che, secondo il quotidiano britannico Daily Mail, si attesta sui 300 milioni di sterline. E dire che non è neanche il gruzzolo più consistente tra quelli accumulati da ex Fab Four e di loro eredi.

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Tags Correlati: Borrowed time | Emi | Jack Douglas | John Lennon | Liverpool | Mark David Chapman | Musica | The Beatles | Yoko Ono

 

La macchina da soldi con mente nel Dakota Building di New York, proprio a due passi da dove Mark David Chapman sparò a John, non si ferma mai: l'anno scorso fu la volta della mostra allaRock and Roll Hall of Fame di Annex, la prima a esporre occhiali e indumenti sporchi di sangue del genio di Liverpool. A marzo di quest'anno è toccato allo spot della Citroen Ds3, in cui un Lennon di fine anni Sessanta, appositamente doppiato da imitatori professionisti (sic!), esortava i telespettatori «a vivere la loro vita adesso», lasciando perdere «tutta questa nostalgia dei Sixties e dei Seventies» (ergo ad acquistare l'automobile promossa).

A luglio scorso poi, il figlio di secondo letto, Sean, ha messo il leggendario piano bianco usato dal congiunto per realizzare «Imagine» a disposizione di una Lady Gaga in corpetto e calze a rete. Un «gesto di cortesia», a quanto pare, comunque riconducibile al principio di sfruttamento intensivo dell'immagine del compianto Beatle. Tant'è vero che i soliti fan di mezzo mondo si sono indignati. Non per altro: in questo momento è difficile immaginare qualcuno più distante di Lady Gaga dal patrimonio musicale dei quattro di Liverpool. In mezzo ci stanno innumerevoli operazioni discografiche non sempre necessarie sul piano artistico.

Ma fino a che punto sarà lecito spingersi, quando si tratta di attingere ai servigi della gallina dalle uova d'oro? Ancora una volta, a voi la risposta. Noi ci limitiamo a citare il brano di Bradford e Gordy che un ancora giovane e povero Lennon cantava a squarciagola ai tempi del Cavern a Liverpool: «Le migliori cose della vite sono gratis/ ma puoi lasciarle agli uccelli e alle api./ Adesso dammi i soldi».

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