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Cultura-Domenica Musica

Aperitivo in Concerto: iI quartetto di Charlie Haden apre alla grande la nuova stagione

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Questo articolo è stato pubblicato il 21 ottobre 2010 alle ore 19:45.

Sembrano (e sono) lontani i tempi in cui Milano veniva chiamata «La città italiana del jazz». Era un titolo molto onorifico, mutuato da un film di Arthur Lubin dedicato nel 1947 a New Orleans, che sugli schermi italiani apparve come La Città del Jazz.

Fu la prima pellicola riservata interamente - e in modo assai soddisfacente - alla musica americana, nella quale una o due vicende d'amore erano il pretesto per far vedere e ascoltare, fra gli altri, Louis Armstrong, Billie Holiday e altri musicisti assai noti all'epoca come (cito a memoria) Barney Bigard, clarinetto; Kid Ory, trombone; Charlie Beal, pianoforte; Red Callender, contrabbasso e Zutty Singleton batteria, oltre all'orchestra del clarinettista Woody Herman.

Negli anni Cinquanta, quando il ricordo del film era ancora vivo, cominciarono ad arrivare anche in Italia, ma soprattutto a Milano, i maestri del jazz americano per tenere concerti molto frequentati. E aprirono i battenti i primi jazz club - La Capannina, l'Aretusa, il Santa Tecla, la Taverna Messicana - che ospitarono i musicisti dopo i concerti, a imitazione di quanto si usava e si usa tuttora nelle metropoli degli Stati Uniti.

Il periodo migliore arrivò verso la fine degli anni Sessanta, quando si affermò, al Teatro Ciak, il Festival Internazionale del Jazz «Città di Milano, per merito dell'impresario Leo Wachter, e l'indimenticabile Giorgio Vanni fondò sulla riva sinistra del Naviglio Grande il tempio del jazz milanese, il Capolinea, che diventò un club celebre a livello internazionale. Il rapido declino della città italiana del jazz concise con la scomparsa di Vanni nel maggio 1995 e con la chiusura definitiva, avvenuta qualche anno dopo, del Capolinea.

Adesso il teatro di Milano dove si ascolta jazz è il Manzoni, che nei mesi invernali ospita la stagione di «Aperitivo in Concerto». L'associazione si chiama così perché i concerti hanno luogo di domenica alle 11 del mattino, e ha una storia un po' speciale. Nato come stagione di musica contemporanea europea, Aperitivo si è accostato un po' alla volta sempre di più al jazz, inteso come tipico percorso musicale del Ventesimo secolo, che apre una finestra sul mondo e sulle culture altrui.

La stagione 2010-2011 comincia il 31 ottobre e si prolunga fino al 27 marzo 2011 proponendo 12 concerti ispirati quasi sempre alle diaspore dei neri e degli ebrei, nonché alle città che più le rappresentano sotto il profilo musicale, cioè New York e Tel Aviv. L'apertura è affidata al Quartet West del contrabbassista e compositore Charlie Haden, del quale proprio ora compare l'ultimo cd, «Sophisticated Ladies» per Universal Music.

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È un'inaugurazione di lusso: Haden è stato una colonna dei gruppi di Ornette Coleman, Keith Jarrett, Old & New Dreams, ha riunito la straordinaria Liberation Music Orchestra e infine, trasferitosi in California, ha dato vita al Quartet West. Di lui si citano il suono poderoso di contrabbasso in pizzicato e con l'arco, il ritmo perfetto e quindi il sostegno impeccabile ai solisti di turno, la creatività incessante.

Prima di questo cd a suo nome, ha ottenuto un ennesimo successo in duo con Keith Jarrett nel cd Jasmine per Ecm. Ma assai lodate sono pure le sue innumerevoli composizioni, specie l'accorata e bellissima «Song for Che» (Impulse!, 1969) per il quintetto di Ornette Coleman che ne ricavò nuova linfa in un momento particolarmente critico per il leader, che non a caso volle intitolare «Crisis» il long playing.

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