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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2010 alle ore 19:03.

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Iginio Straffi, produttore e regista di Winx Club 3DIginio Straffi, produttore e regista di Winx Club 3D

Trentacinque milioni di dollari di budget, il 30% circa del quale dedicato solamente alla realizzazione in 3D, per 87 minuti di un cartone animato, che tuttavia recupererà tutto l'investimento, non solo grazie ai risultati al botteghino, ma soprattutto grazie al licensing «che conta per il 60% del fatturato, una torta di 35-40 milioni di euro», come dice il 45enne Iginio Straffi, produttore e regista di Winx Club 3D che oggi debutta al Festival internazionale del cinema di Roma nella sezione Alice nella città e che sarà in sala da domani con oltre 400 copie, distribuzione Medusa.

Più che un cartone animato, infatti, le Winx sono un fenomeno di marketing: «la serie animata europea più venduta nel mondo», come dice Straffi, ha debuttatato con enorme successo al cinema nel 2007, «senza contributi o aiuti che non venissero dal mercato», come sottolinea Straffi, nel giorno della protesta del cinema italiano per i mancati investimenti governativi nel settore. E nel frattempo ha dato luogo a una proliferazione di prodotti firmati Winx.

I primi due film delle Winx sono già stati venduti in tutto il mondo, Stati Uniti compresi, e «quest'estate, mentre gli italiani erano in vacanza, noi finalizzavamo i dettagli e firmavamo un contratto con il canale Nickelodeon, che in America è leader per il target dei giovanissimi, per realizzare in coproduzione la quinta e sesta serie del cartone tv: per la prima volta gli americani hanno deciso di puntare su un cartoon made in Italy più che su una serie made in Usa».

Ma se i biglietti per vedere il film in 3d costano circa il 20% in più rispetto a quelli normali e c'è voluto il 30% del budget per realizzare Winx Club 3D in stereoscopica, siamo sicuri che il gioco sia valso la candela? «Per noi l'indotto è più importante del mero raffronto fra incasso al botteghino e costi di produzione», dice Straffi. E quando parla di indotto, si riferisce alle bambole e ai videogiochi, all'home video, al food, al fashion, all'editoria, al musical itinerante, allo spettacolo sul ghiaccio, e da ultimo al parco a tema, Rainbow MagicLand, «che aprirà l'anno prossimo a Valmontone, in provincia di Roma, con 300 milioni di euro di investimenti: 60 ettari di parco dei divertimenti tecnologico con ampie espansioni già previste, frutto di accordi presi con la regione, la provincia e il comune. Ma i fondi sono tutti privati, e provengono dal mio studio di animazione, la Rainbow S. p. A, e da Alfapark, il socio specializzato in outlet e theme parks».

L'investimento in 3D è comunque una mossa lungimirante, visto che in futuro i cartoni in televisione si vedranno solo in tre dimensioni. «Ci siamo imposti di guardare lontano, anche se quando abbiamo iniziato a realizzare Winx Club 3D, cioè prima che uscisse Avatar, scommettere sulle nuove tecnologie era rischioso, perché il 3D poteva essere un fuoco di paglia destinato ad estinguersi in breve tempo. Ma al di là delle considerazioni economiche, quale cartone si prestava meglio ad essere realizzato in stereoscopia se non le Winx, con il loro mondo magico?».

Apparentemente il target della saga delle Winx sono le bambine, «ma in realtà ci rivolgiamo alle famiglie, visto che trattiamo temi come l'amore e le difficoltà di comunicazione fra genitori e figli adolescenti». Ma le Winx diventeranno mai adulte? «Finora siamo riusciti a far durare un loro anno di vita per cinque anni di serie tv: potessi fare lo stesso per me…»

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