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Cultura-Domenica Arte

Bondi a Pompei lancia un piano straordinario di manutenzione per gli edifici: possibili altri crolli

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Questo articolo è stato pubblicato il 07 novembre 2010 alle ore 15:11.

Annuncia un piano di manutenzione straordinaria negli scavi archeologici di Pompei il ministro per i Beni e le Attività Culturali, Sandro Bondi, che questa mattina ha effettuato un sopralluogo nell'area della Schola Armaturarum dove ieri si è verificato il crollo. «Ci sono diversi edifici che hanno subito interventi di restauro impropri - spiega il ministro - e che quindi sono a rischio crollo. Bisognerà quindi intervenire al più presto. C'è un grande lavoro da fare qui e ne riferirò al presidente del Consiglio, al Parlamento e al capo dello Stato».

Rispondendo alle domande dei giornalisti dopo il sopralluogo, Bondi annuncia anche che nei prossimi giorni tornerà a Pompei per una riunione tecnica-operativa nella quale definire un piano di azione. «Negli anni passati, tra fondi regionali e proventi della gestione, è rimasta inutilizzata la metà di questi fondi. Bisogna pensare a nuove forme di gestione che permettano di spendere al meglio queste risorse». «Vorrei proporre in un prossimo futuro la costituzione di un gruppo di lavoro scientifico per affiancare la Soprintendenza archeologica, composto da persone che hanno avuto un grande ruolo in questo settore», ha aggiunto Bondi, precisando che il gruppo di lavoro sarà composto dall' ex Soprintendente Giuseppe Proietti, da Stefano De Caro, direttore generale per le antichità del Ministero per i Beni culturali e dall' archeologo Andrea Carandini, presidente del Consiglio superiore per i Beni culturali.

Bondi ha anche ammonito che altri crolli di edifici sono possibili a Pompei, visto lo stato del sito archeologico. «Provo un sentimento di angoscia perché questi crolli, come è stato spiegato dai nostri tecnici, potrebbero riguardare altri edifici, soprattutto nella parte dell' area archeologica che si affaccia sulle zone scoperte e non ancora restaurate». «C' è un grande lavoro da fare qui - ha proseguito Bondi - e ne riferirò al presidente del Consiglio, al Parlamento ed al Capo dello Stato».

«Se avessi la certezza di avere responsabilità in quanto accaduto mi dimetterei. Ma rivendico invece il grande lavoro fatto», ha aggiunto Bondi, rispondendo così alle tante critiche e anche al duro intervento di ieri del presidente della Repubblica, che aveva detto «quello che è accaduto dobbiamo, tutti, sentirlo come una vergogna per l'Italia e chi deve dare delle spiegazioni non si sottragga al dovere di darle al più presto e senza ipocrisie».

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Tags Correlati: Arte | Giuseppe Proietti | Idv | Leoluca Orlando | Pd | Pierferdinando Casini | Pier Luigi Bersani | Pompei | Sandro Bondi | Schola Armaturarum | Stefano De Caro | Udc

 

Il crollo di Pompei aveva scatenato anche numerose reazioni politiche: «Com'è possibile avere un paese dove si commissaria anche Pompei, ma senza metterci un archeologo o un architetto bensì uno della protezione civile che spende l'80% dei 60 milioni di euro che ha a disposizione per la valorizzazione e il 20 per la manutenzione? È la metafora di questo paese», ha detto Pier Luigi Bersani del Pd. «Il crollo della casa dei gladiatori di Pompei è la triste metafora del crollo italiano», aveva commentato Pierferdinando Casini dell'Udc. «Il Paese viene fatto a pezzi dal governo del dolce far niente e il crollo della Casa dei Gladiatori, all'interno degli scavi di Pompei, ne è la prova triste e tangibile», ha ribadito il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando.

Ma Bondi respinge con decisione queste critiche, partendo da Bersani: «E' completamente disinformato oppure mente sapendo di mentire. Il commissario di Pompei ha fatto esattamente il contrario di quanto affermato dal segretario del Pd. Le somme impiegate a favore della messa in sicurezza di Pompei - aggiunge Bondi -, dal 1 luglio 2008 al 31 luglio 2010, ammontano all'83% del totale, mentre quelle per la valorizzazione equivalgono al 7%». Una buona notizia, tuttavia, è che almeno gli affreschi della Schola Armaturarum potranno essere probabilmente recuperati: «La Schola - ha aggiunto Bondi - aveva subito un intervento di restauro nel 1947 e dovrebbe dunque essere possibile ricostruire l'edificio così com'era dopo la Seconda guerra mondiale». Il tratto di via dell'Abbondanza, dove si è registrato il crollo, resta interdetto ai numerosi turisti che anche oggi affollano gli scavi di Pompei, attirati anche dal clamore suscitato dall'evento. Pompei, infatti, è una meta culturale che non conosce crisi. Il fascino e il valore di questo patrimonio archeologico viene confermato dall'ennesimo record di visitatori durante il ponte di Ognissanti. Da sabato 30 ottobre a lunedì 1 novembre 2010 si sono contate infatti ben 20.307 presenze, il 66,7% in più dell'anno precedente. Tra i siti più visitati, l'Oplontis (+55,7% rispetto all'anno scorso) e l'Antiquarium di Boscoreale (+ 38% annuo nel mese di ottobre).

Il crollo della Domus sarebbe stato provocato da infiltrazioni di acqua piovana, che per le grandi piogge dei giorni scorsi hanno fortemente inibito il terreno e indebolito le fondamenta, unite alla pesantezza del tetto rifatto in cemento negli anni '50 dopo i bombardamenti della Seconda guerra mondiale.

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