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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2010 alle ore 21:42.
Quello che più impressiona della mostra "Il teatro alla Moda, costume di Scena-Grandi stilisti", non sono tanto le cento creazioni originali presenti ed indossate da Pavarotti o dalla Ricciarelli, passando per Joaquin Cortes fino a Monsterrat Caballé e Carla Fracci, quanto, piuttosto, la sensazione di trovarsi davvero sul palco assieme agli artisti stessi, proprio nel bel mezzo delle loro performances.
Sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica italiana e promossa da Altaroma, dalla Fondazione Roma e dai Musei Mazzucchelli di Brescia, la mostra Il teatro alla Moda è l'occasione per ammirare costumi realizzati per famose rappresentazioni, operistiche e coreutiche, con la genialità di mostri sacri quali, tra gli altri, Valentino, Armani,Missoni, Coveri, Fendi e Marras.
Gli allestimenti sono stati divisi in otto sezioni: da "La moda, teatro e grandi interpreti", la prima, fino a "Versace teatro", l'ultima. Senz'altro un caleidoscopio di colori, atmosfere. Emozioni. Vi facciamo subito un esempio: abbandonato l'ingresso e svoltato l'angolo, si viene rapiti dalle creazioni di Missoni e dalla suggestiva alchimia prodotta dall'accostare le nebbie di Scozia alla luce dell'Africa. Già, perché gli abiti in questione sono quelli creati per Lucia di Lammermoor di Donizetti. Missoni esordisce con l'abito di Edgardo di Ravenswood, impersonato nientemeno che da Luciano Pavarotti. Trovarsi di fronte al mantello in lana verde scuro ed al basco in grigio con pom pon di bordeaux evoca sul serio l'immagine del grande tenore emiliano. Accanto, poi, l'Africa: in tutta la sua selvaggia espressività. Proprio il Continente Nero, infatti, nel Novanta partecipò ai Mondiali di Calcio organizzati dall'Italia ed allora vennero realizzati tessuti in maglia a motivi geometrici per le artiste che poi parteciparono alla cerimonia di inaugurazione. Al tatto la sensazione è quella di impercettibile leggerezza e di duttile utilità: questa maglia, infatti, è in grado di proteggere sia dal terribile caldo sahariano sia dal fresco della notte.
Teatro, dunque, alla Moda. Difficile sostenere se, in questo caso, è il primo ad attingere a piene mani al secondo o viceversa. Il titolo, sta di fatto, proviene dal testo "Teatro alla moda" di Benedetto Marcello, che nella vita fece un po' di tutto: fu avvocato, poeta, compositore, insegnante e perfino magistrato. Nella sua visione, pittura, scultura, architettura e design confluiranno tutte, ma proprio tutte, nel profondo pozzo teatrale. Una rivoluzione espressiva. Un codice, se vogliamo, al quale presto si allineerà anche l'alta moda stessa. Soprattutto nel 1924 quando Coco Chanel disegnerà i costumi per Le train bleau di Jean Cocteau.