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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2010 alle ore 19:24.
Dino De Laurentiis diceva di avere capito cosa doveva fare dopo avere interrogato lo specchio. A quell'epoca, negli anni Trenta, aveva debuttato in un film intitolato «Troppo tardi ti ho conosciuta». Il resto della straordinaria carriera di questo brillante produttore a cavallo tra due mondi, sia in senso storico, sia in senso geografico, è noto. Come è noto il suo ingresso precoce nel mondo del lavoro vendendo gli spaghetti impastati dal padre a Torre Annunziata.
Come l'eroe della «Sposa americana» di Mario Soldati, ha avuto due mogli emblematiche, una italiana, Silvana Mangano, e l'altra americana, Martha. Non in contemporanea però, un difficile esercizio più agevole per gli eroi dei romanzi che per i protagonisti della vita reale, specie se impegnata come quella di De Laurentiis. D'altronde come resistere alla languida bellezza della Mangano, alle belle gambe esaltate dalle calze della mondina di «Riso amaro»?
Ma Silvana non era una starlette qualsiasi e, malgrado il grande successo che l'aveva fatta paragonare a Rita Hayworth, aveva cercato, a costo di rifiutare ruoli importanti, di scostarsi dall'immagine sexy con cui si era affermata. I maligni sostenevano che l'attrice aveva rifiutato il ruolo, poi assunto da Anouk Aimée, nella «Dolce vita» di Fellini per la gelosia del marito verso Mastroianni. Intanto nascevano, uno dopo l'altro, i quattro figli.
Il parallelismo delle coppie diva-produttore, tra Loren-Ponti e Mangano-De Laurentiis faceva risaltare la complessità nascosta dietro la perfezione dei tratti della moglie di De Laurentiis. Intanto si approfondivano i contrasti tra Dino, passionale e vulcanico, e quella donna intelligente e contrastata, apparentemente distaccata con i figli. I due avrebbero divorziato trentanni dopo il matrimonio, ma sarebbero rimasti legati fino alla precoce scomparsa della Mangano.
Se la Mangano incarnava l'ideale della bellezza mediterranea, la seconda moglie, la bionda Martha, madre di due sue figlie, era l'immagine del fascino americano, oltre ad essere professionalmente legata a Dino. De Laurentiis sembra avere realizzato il sogno contradditorio dei suoi contemporanei, anche se, come sempre, la vita si diverte a ribaltare i clichés e ad essere fredda era l'italiana e non la dinamica americana.