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Questo articolo è stato pubblicato il 17 febbraio 2011 alle ore 09:31.

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Fuori anche Al Bano e Patty Pravo. Saviano parodiato da Luca e Paolo, Morandi rimandato in storia (Ansa)Fuori anche Al Bano e Patty Pravo. Saviano parodiato da Luca e Paolo, Morandi rimandato in storia (Ansa)

Poi Santoro: «Chissà se andremo ancora in onda la prossima settimana: a Santoro, so’ 15 anni che vai in onda. E Ruotolo lo mandi in miniera ma la ragazza bionda mai».

«Ma non si possono fare le battute su Saviano e Santoro. Facciamo le battute su quello che sbrocca per le ragazze giovani…».

«Gianfranco Fini: appena ha alzato la testa lo hanno tritato il cugino, la moglie, il cognato... ti credo che ha preso la casa a Montecarlo: in una sola non c’entravano più». Anche le incertezze sull’entrata in politica di Luca Cordero di Montezemolo sono state prese di mira prima di un accenno finale di Paolo al papa, interrotto da Luca che ha trascinato il compagno fuori dal palco.

Il bunga bunga di Andy Garcia

Tra i momenti clou della serata l’apparizione di Andy Garcia, il celebre attore statunitense di origini cubane già interprete de «Il Padrino - Atto terzo» e «Gli intoccabili» che dal palco dell’Ariston lancia un particolarissimo messaggio politico: «Non c’è niente che non mi piaccia dell’Italia, è molto simile a Cuba, anche se vorrei che la mia isola fosse libera come l’Italia», ha detto durante l’intervista con Morandi. «Alcune delle cose più importanti della mia carriera sono legate all’Italia», ha ricordato l’attore. Garcia ha raccontato poi che, come regista, sta girando un film con Anthony Hopkins sugli ultimi anni di Hemingway trascorsi proprio a Cuba, per soffermarsi quindi sulla fuga dalla sua terra natia («due anni dopo la rivoluzione: non ci sono mai più tornato»). Queste le ultime frasi dell’intervista prima che Garcia si sedesse al piano per suonare «Cuba libre», assieme a Morandi, Belen e la Canalis. Poco più tardi, l’attore è passato in sala stampa dove, neanche a dirlo, si è intrattenuto sulle ultime vicende politiche italiane. «Non conosco il bunga bunga, – ha detto - non sono stato invitato a questa festa», quindi riferendosi alle rivolte in corso nei Paesi che affacciano sul Mediterraneo ha dichiarato: «Quello che sta succedendo, la gente che va in piazza può esser d’ispirazione per altri paesi che come Cuba vivono un regime totalitario».

Morandi e i 150 anni… della Repubblica

Proprio nel corso del siparietto con l’attore statunitense, Morandi «scivola» curiosamente sulla cronologia della storia italiana: «Quest’anno – spiega a Garcia – ricorre il 150esimo anniversario dalla nascita della nostra Repubblica». Ma come! E Vittorio Emanuele II cos’era? Il presidente della Repubblica? Lo spettacolo prende altre direzioni, lasciando al telespettatore questi inquietanti interrogativi, poi l’ex ragazzo prodigio di Monghidoro, accortosi della gaffe, torna sulla scena e prova a riparare: «Mi riferivo all’unità nazionale». A questo punto è doveroso chiederselo: come se la caverà Morandi con la puntata odierna, dedicata proprio al patrio anniversario? Almeno ci fosse stato anche quest’anno tra i concorrenti Emanuele Filiberto. In certe circostanze, si sa che l’album di famiglia aiuta.

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