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Questo articolo è stato pubblicato il 28 febbraio 2011 alle ore 08:29.

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Agli Oscar trionfa «Il discorso del re». Nella foto Colin Firth, premiato come migliore attore protagonista nel ruolo di Giorgio VI nel film di Tom Hooper (Reuters)Agli Oscar trionfa «Il discorso del re». Nella foto Colin Firth, premiato come migliore attore protagonista nel ruolo di Giorgio VI nel film di Tom Hooper (Reuters)

God save the King: come da pronostici (viste le dodici nomination di partenza) «Il discorso del re» di Tom Hooper è stato il grande vincitore dell'83esima edizione della notte degli Oscar.
Seppur abbia ottenuto soltanto quattro statuette, la pellicola inglese incentrata sulla figura del re balbuziente Giorgio VI ha trionfato in (quasi) tutte le categorie principali: miglior film, miglior regista, miglior attore protagonista (Colin Firth) e miglior sceneggiatura originale.

Proprio la vittoria di quest'ultimo premio ha fatto salire sul palco del Kodak Theatre l'esperto David Seidler, in attivo dagli anni '60 come autore di script televisivi, che ha regalato al pubblico la dichiarazione più divertente e toccante dell'intera serata: dopo aver annunciato di sperare con tutto il cuore che nei prossimi anni possano venire premiati degli sceneggiatori più anziani di lui (è nato a Londra nel 1937) ha voluto dedicare il suo successo a tutte le persone del mondo che soffrono di balbuzie, disturbo di cui è stato vittima lui stesso.
Se «Il discorso del re» ha portato a casa quello che i suoi produttori si auspicavano, stessa sorte non è capitata a «The Social Network», il suo antagonista della vigilia, che si è dovuto accontentare di due Oscar tecnici (miglior montaggio e miglior colonna sonora) oltre a quello meritatissimo per la miglior sceneggiatura non originale (è tratto dal libro di Ben Mezrich «Miliardari per caso») di Aaron Sorkin.

A sorpresa l'altro titolo protagonista della cerimonia di quest'anno è stato «Inception»di Christopher Nolan, uno dei film più importanti in gara ma lontano dalle corde abituali dell'Academy: dato inizialmente per sfavorito è riuscito a pareggiare i quattro acuti de «Il discorso del re» vincendo il miglior mixaggio e montaggio sonoro, la miglior fotografia e i migliori effetti speciali.
Decisamente scontata (come per Colin Firth) la vittoria dell'eccezionale Natalie Portman (in attesa di un bambino dal compagno Benjamin Millepied) per il suo ruolo memorabile ne «Il cigno nero» di Darren Aronofsky come miglior attrice protagonista; più impreviste sono risultate invece le scelte dei non protagonisti: Christian Bale (nella categoria maschile) e Melissa Leo (in quella femminile) curiosamente entrambi interpreti di «The Fighter» di David O'Russell.

Per quanto riguarda gli altri premi principali il miglior film straniero è andato a «In un mondo migliore» della danese Susanne Bier; il miglior documentario a «Inside Job» (intensa riflessione sulla crisi economica che ci auguriamo arrivi presto anche nelle nostre sale) di Charles Ferguson e Audrey Marrs e, dulcis in fundo, il miglior film d'animazione al meraviglioso «Toy Story 3» di Lee Unkrich (trionfatore anche nella categoria per la miglior canzone originale).

Niente da fare invece per la nostra Antonella Cannarozzi, unica italiana in gara, costumista di «Io sono l'amore» di Luca Guadagnino: il premio è andato a Colleen Atwood per «Alice in Wonderland» di Tim Burton, che ha conquistato anche la statuetta per la migliore scenografia.
La notte degli Oscar non è fatta però soltanto di vittorie: come per ogni edizione che si rispetti anche quest'anno non sono mancati (anche per altri motivi) diversi momenti da ricordare, ben orchestrati dalla coppia di giovani presentatori James Franco-Anne Hathaway, in grado di reggere bene (e contro molti pronostici) il peso di una responsabilità tanto pesante.

Fra gli spezzoni da rivedere nei prossimi giorni è d'obbligo segnalare in questo senso la performance di Celine Dion, che ha scelto d'interpretare «Smile» di Charlie Chaplin (mentre scorrono le immagini delle persone scomparse lo scorso anno a cui gli organizzatori hanno voluto rendere omaggio), e la consegna del premio a Melissa Leo da parte del novantaquattrenne Kirk Douglas: una delle figure più significative della storia del cinema americano alla quale l'Academy ha voluto rendere un nuovo omaggio dopo il premio alla Carriera tributatogli nel 1996.

Tutti i vincitori degli Oscar 2011

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