Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 04 marzo 2011 alle ore 19:14.
Quando si parla del Risorgimento italiano vengono in mente in prevalenza figure maschili come Garibaldi, Mazzini, Cavour, i grandi protagonisti del periodo. Ma quale è stato il ruolo delle donne? Nei libri di storia dell'800, scritti da uomini, non c'è quasi traccia di loro. È comprensibile. Le donne allora non avevano diritto di voto, erano assenti dalla scena politica, esistevano solo come madri e mogli. Se ricche e colte potevano esprimersi nei salotti, unico luogo di aggregazione sociale in cui dominavano incontrastate, scegliendo ospiti e argomenti di conversazione.
Ma nei 150 anni di storia italiana sono molte le donne, di tutte le estrazioni sociali che hanno contribuito a creare il nostro Paese e la nostra identità nazionale. L'inserto Domenica del Sole 24 Ore il prossimo 6 marzo dedicherà un ampio spazio alle protagoniste della nostra storia con interviste a Rossana Rossanda, Miram Mafai, Fiorella Kostoris, Suor Giuliana Galli, Carmen Consoli, Isabella Ferrari, Anna Maria Artoni.
La storia scritta dalle donne
La storia del Risorgimento è costellata di donne che vanno spesso oltre gli stereotipi del loro tempo. Donne garibaldine, mazziniane, monarchiche, repubblicane. Donne del Nord, del Centro, del Sud e anche qualche giornalista straniera, come Margaret Fuller e Jessie White Mario: in un ideale affratellamento che supera le barriere e i confini dell'appartenenza sociale, territoriale. Lo racconta per la prima volta in modo esauriente Bruna Bertolo, giornalista e scrittrice piemontese, autrice del corposo volume di 430 pagine «Donne del Risorgimento. Le eroine invisibili dell'unità d'Italia» edito dalla casa editrice Ananke. Frutto di quattro anni di ricerche tra documenti storici, giornali dell'epoca, epistolari, diari, il libro della Bertolo ha aperto ufficialmente le celebrazioni della Provincia di Torino per i 150 anni dell'unità ed è stato presentato venerdì 4 marzo alla Casa del Conte Verde del comune di Rivoli (Torino).
Un volume che, a poco più di una mese dalla sua uscita, ha suscitato un notevole interesse (è già in ristampa) in quanto mette in scena il mondo femminile che, in vari modi, ha contribuito al lungo processo unitario. Non ci sono solo Anita Garibaldi, la mitica moglie dell'eroe dei Due Mondi, o la principessa Cristina Belgiojoso che ha guidato 200 patrioti napoletani sulle barricate delle Cinque giornate di Milano e che abbiamo visto nel bel film di Martone dedicato al Risorgimento "Noi credevamo", oppure la chiacchierata contessa di Castiglione, bellissima e intrigante Mata Hari anti litteram, amante di Napoleone. L'autrice offre una ribalta a protagoniste quasi invisibili, assenti dalle pagine ufficiali di storia, e si avvicina a loro con un particolare sguardo di tenerezza.
©RIPRODUZIONE RISERVATA