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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2011 alle ore 11:38.

Ad aiutarla un cast in stato di grazia dove, oltre alle bravissime Annette Bening e Julianne Moore, svettano Mark Ruffallo e Mia Wasikowska (celebre per aver interpretato Alice nell'ultima trasposizione del romanzo di Lewis Carroll, diretta da Tim Burton) che risultano perfettamente credibili, rispettivamente, nei panni di Paul e Joni.
Rango, il western
Non c'è però soltanto «I ragazzi stanno bene» fra le uscite da evidenziare in questo ricco weekend: un altro titolo di pari (e forse persino maggior) spessore, seppur rivolto a un target di pubblico decisamente diverso, è «Rango» di Gore Verbinski. Dopo l'enorme successo della trilogia dei «Pirati dei Caraibi» (il quarto episodio, diretto da Rob Marshall, uscirà a maggio) Verbinski realizza il suo primo film d'animazione e, anche grazie all'aiuto della Industrial Light and Magic di George Lucas per gli effetti speciali, centra perfettamente il colpo.
L'introverso camaleonte
Immagini straordinarie (digitali ma senza 3d, come voluto dal regista), che spaziano dalla Monument Valley di john fordiana memoria alla modernità di Las Vegas, fanno da sfondo alle disavventure di Rango, un camaleonte domestico che sogna di diventare un grande eroe. L'occasione gli si presenterà quando, dopo svariate peripezie, si ritroverà solo nel deserto al confine fra Stati Uniti e Messico: qui scoprirà la piccola cittadina di Polvere dove, facendo credere agli abitanti di essere un pistolero leggendario, verrà scelto come nuovo sceriffo.
Che «Rango» sia uno dei prodotti d'animazione più curiosi e originali degli ultimi anni lo si capisce fin dall'ottimo incipit, nel quale l'introverso camaleonte protagonista mostra tutta la sua solitudine improvvisando una grande avventura con alcuni resti di giocattoli, da un pesciolino meccanico al busto di una Barbie, che gli tengono compagnia nel piccolo acquario in cui è rinchiuso.
Man mano che passano i minuti il film riesce a portare avanti una riflessione sempre più forte sul cinema western (o, se preferite, su quello che ne rimane) toccando gli argomenti da sempre tipici del genere: dal mito della frontiera a quello dell'evoluzione tecnologica, che rimandano direttamente a uno dei titoli più importanti della storia della settima arte come «C'era una volta il west». Il nome di Sergio Leone riecheggia continuamente, in particolare per la figura del cowboy senza nome (interpretato da Clint Eastwood nella cosiddetta "trilogia del dollaro") che per il camaleonte Rango è lo "spirito del west".
Gore Verbinski non si limita però a rappresentare il western e realizza diverse sequenze che spaziano dal genere horror (le talpe escono dal terreno come i morti viventi delle pellicole di George A. Romero) a quello bellico (il volo dei pipistrelli rimanda agli elicotteri di «Apocalypse Now»).
Le tantissime citazioni (vengono omaggiati anche «Paura e delirio a Las Vegas» di Terry Gilliam e «Chinatown» di Roman Polanski) contribuiscono a rendere questo film un vero e proprio gioiellino, davvero imperdibile per tutti gli amanti del cinema d'animazione (e non solo). Chi riuscirà a recuperarlo in lingua originale potrà ascoltare, tra gli altri, le voci di Johnny Depp (che doppia il protagonista), Isla Fisher (Borlotta) e Bill Nighy (Jake Sonagli).
Holy Water
Molto meno originale e interessante di «Rango» e «I ragazzi stanno bene» è invece «Holy Water» di Tom Reeve. Ambientato in un piccolo villaggio costiero irlandese, questo film ha per protagonisti quattro scapoli quarantenni che vogliono dare una svolta alla loro vita piatta e senza prospettive. Per farlo decidono di rapinare un camion carico di viagra, che passa abitualmente nei pressi della loro cittadina, e rivendere successivamente il bottino sulla piazza di Amsterdam.
Il viagra nel pozzo cittadino
Il piano riesce perfettamente, ma alcuni imprevisti (la refurtiva vale molto più di quanto pensassero e l'azienda produttrice decide di mandare una squadra investigativa per trovare i ladri e recuperare il bottino) li costringono a nascondere la merce nel pozzo della sorgente della città (chiamato dell'"acqua santa", da cui il titolo della pellicola) che, venendo a contatto con l'acqua potabile, causerà intuibili conseguenze alla popolazione.
Tipica commedia demenziale
«Holy Water», che arriva nelle nostre sale a quasi due anni di distanza dalla sua presentazione al Notting Hill Film Festival, è una tipica commedia demenziale che rischia però di annoiare (causa una sceneggiatura tremendamente scontata fin dalle prime sequenze) più che di far divertire il pubblico.Le atmosfere ricordano il bel «Svegliati Ned» di Kirk Jones, ma manca completamente quello humour nero (unito a una maggiore brillantezza narrativa) che fa la fortuna delle migliori commedie di origine britannica.
Infine la pessima interpretazione di Linda Hamilton (ex moglie di James Cameron e celebre attrice della saga di «Terminator»), col passare degli anni sempre più irriconoscibile e svogliata, contribuisce a rendere questa pellicola ancor più dimenticabile.
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