Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 17 marzo 2011 alle ore 10:53.

Film scombinato e pieno d'errori è anche Tournèe. Ma forse, proprio per questo, molto bello. Mathieu Amalric, pur sbandando paurosamente e mettendo in scena una storia slabbrata, sa creare la magia che manca al precedente. L'empatia per il gruppo di ballerine del New Burlesque americane in Francia è immediata, la loro unione così bizzarra si sente, il regista che interpreta il produttore del corpo di ballo, nel film, sa mettere cuore e anima in ogni scena. L'opera è di quelle che si amano ogni giorno di più, di quelle che più sedimentano negli occhi e nella testa di chi l'ha guardato, più si fanno apprezzare. La vitalità di queste donne non nasconde il loro dolore, lo rende prezioso e profondo, la regia ha guizzi continui, i loro numeri sono sexy come le loro imperfezioni, è inevitabile affezionarsi a questo Tournée. Anche perché, senza tema di smentita, si può affermare che ha gli ultimi 10 secondi che sono tra i più belli che ricordiamo al cinema.
Bell'esperimento, tutto (o quasi) al femminile e fuori dagli schemi conformisti del cinema moderno, è anche Sorelle Mai. Film di Bellocchio girato in quasi 10 anni nella natìa Bobbio, sfruttando il laboratorio Fare Cinema, è un film familiare- c'è il figlio Piergiorgio, ottimo, le zie, la nipote Elena e molti altri- ma anche le frequentatrici più illustri e affezionate del seminario, da Donatella Finocchiaro (sempre più brava) ad Alba Rohrwacher (idem). Un film che gode della libertà di un incontro virtuoso tra passione ed estemporaneità, tra rigore e creatività. Il montaggio, poi, dei sei episodi gli dà un'unità "diversa" che merita attenzione. Bellocchio conferma di essere regista curioso, sempre proteso al nuovo. Al talento di un maestro, in lui, si unisce la profonda volontà di trovare sempre qualcosa oltre sé, non dimenticandosi del proprio retaggio culturale, morale, psicologico. Fin dal capolavoro I pugni in tasca è stato così: c'è la sua vita, ma c'è sempre tanto altro. E così, ci stupirà sempre, soprattutto in momenti di forma come questo: da Vincere a Sorelle Mai, si sente una nuova spinta propulsiva nel suo cinema.
Poco più di un gioco, ma godibilissimo, Gnomeo e Giulietta. Si può portare Shakespeare tra i nani da giardino? Certamente, anzi lo si può anche prendere in giro. Nonostante il 3D, poco utile (come quasi tutti i "gonfiaggi" tridimensionali degli ultimi mesi), la storia è gustosa e piena di ritmo, adatta a un pubblico infantile ma anche i loro genitori che di sicuro non si annoieranno. Provare per credere. E speriamo che la Sony, che lo distribuisce in Italia, si confermi fortunata con i protagonisti piccoli di statura: in Italia, infatti, saranno proprio loro a portare al cinema i mitici Puffi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA