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Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2011 alle ore 08:24.

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Altrettanto fondamentale, come dimostrano le bellissime tavole colorate esposte – realizzate con il procedimento innovativo della cromolitografia – fu la produzione dell'Arundel Society, o «Society for promoting the knowledge of Art» la quale, sostenuta dai collezionisti come il conte di Arundel o dal potente direttore della National Gallery Charles Eastlake, riuscì a diffondere in tutto il mondo (tra il 1848 e il 1897) l'immagine dei grandi cicli d'affreschi e dei capolavori degli antichi maestri.
Soprattutto su questi materiali, oltre che sui dipinti che gli fu possibile vedere in patria, si era formato un protagonista che come Rossetti, pur essendo d'origine italiana, non ha mai viaggiato nel nostro paese. Eppure tra i Preraffaelliti è stato quello che, insieme a Edward Burne-Jones, ha subito più di tutti il fascino non solo dell'arte ma anche della letteratura italiana. Egli ha saputo infatti creare, come documentano molto bene i dipinti esposti, un immaginario femminile che, mutato nel tempo, ha avuto un'enorme seguito sino a D'Annuzio che di lui e dei Preraffaelliti fu un grande ammiratore. Con un transfert, che ha un che di straordinario, Rossetti identificò sé e la moglie, Elizabeth Siddal, in Dante – di cui del resto egli portava in nome – e Beatrice. Creò, ispirandosi alla Vita Nuova e agli antichi affreschi del Camposanto, l'ideale della donna angelicata, per poi passare, sotto il nuovo influsso della pittura veneziana, a una visione assolutamente sensuale, pervasa di un erotismo spesso inquietante, come nel celebre dipinto Bocca baciata che, tratto da una novella di Boccaccio, inaugurava una «serie di fantasiosi titoli italianeggianti scelti per accrescere l'alone di fascino e di misteriosa sensualità che emana dalle immagini». Il contenuto erotico dei suoi nuovi quadri, di cui era ora protagonista la giovane amante Fanny Cornforth, inquietò non solo la moralista società vittoriana, ma anche il severo Ruskin, sostenitore e guida teorica dei Preraffaelliti, che accusò l'artista di «assoluta carenza di sentimento», così come contesterà a Burne-Jones la passione per la «carnalità nera» di Michelangelo.
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Rossetti,
Jones
e il nostro paese
La mostra «Dante Gabriel Rossetti, Edward Burne-Jones e il mito dell'Italia nell'Inghilterra Vittoriana» è aperta alla Galleria nazionale d'arte moderna di Roma (viale delle Belle Arti 131) fino al 12 giugno. La rassegna è curata da Maria Teresa Benedetti, Stefania Frezzotti, Robert Upstone. L'allestimento
è stato realizzato da Federico Lardera.
Il catalogo è edito
da Electa.
Per informazioni:
tel. 0632298221, www.gnam.beniculturali.it.

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