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Questo articolo è stato pubblicato il 10 aprile 2011 alle ore 08:19.

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Ma l'intreccio principale verte intorno a Walter, che si mette in società con un losco politico che ha escogitato un progetto per salvare un uccello raro e forse in via di estinzione, la dendroica cerulea, creando una riserva naturale di cento miglia quadrate; purtroppo, per poter finanziare il progetto deve prima ottenere l'autorizzazione a estrarre carbone da quasi un terzo dei terreni. Incredibilmente Walter, adesso innamorato della sua giovane segretaria e separato da Patty, non capisce che la riserva è solo un pretesto per rimuovere gli abitanti dalla zona e sfruttarne le risorse minerarie. Quando finalmente se ne rende conto (cento pagine dopo rispetto al lettore) si lancia, durante una riunione, in una folle protesta che si conclude al grido di: «Siamo il cancro del pianeta!».
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Diventa chiaro il senso di una prosa così densa di informazioni. Le delusioni dei personaggi sono sempre il frutto amaro di un deficit di consapevolezza. Accecati dai desideri non vedono, non capiscono, finché non è troppo tardi. Franzen invece vede tutto, capisce tutto. E soprattutto capisce che la sola possibilità di essere felici sta nel ritirarsi dalla vita pubblica e dalle grandi ambizioni. Dopo un successo tardivo come rockstar, Richard rimane schifato dalla celebrità e ripiega sulla falegnameria. Joey abbandona una vita corrotta e un'amante bellissima per tornare alla moglie e a un modesto lavoro di commercio. Dopo la morte in un incidente stradale della sua amata segretaria, Walter si ritira pure lui, tornando a vivere con Patty in una mesta quanto misantropica quiete.
Una curiosità. Dopo le prime trenta pagine, la voce narrante di Libertà passa da Franzen a Patty che, incoraggiata dalla sua terapista, scrive un'autobiografia, ma in terza persona. Per due pagine sembra che il tono del libro si sia alleggerito, ma poi torna quello di sempre. Le voci della jock Patty e dell'intellettuale Franzen risultano assolutamente uguali, efficacissime nella descrizione delle superficie e delle abitudini, molto meno nel convincerci che valga la pena seguire le vicissitudini dei personaggi. Con fretta quasi indecente il «New York Times» ha proclamato Libertà «un capolavoro della fiction americana». In Inghilterra, «The Guardian» non ha nemmeno aspettato di leggere il libro per dedicargli un articolo in prima pagina dichiarando Franzen «il solo autore che potrebbe rinnovare la nostra fiducia nel romanzo letterario». In viaggio ad Amsterdam durante la settimana della pubblicazione inglese di Libertà, ho constatato che la vetrina della principale libreria internazionale della città era interamente dedicata al romanzo.
Che gli americani decidano di canonizzare in fretta e furia un loro scrittore, non vedendo il divario tra Franzen e, per esempio, Roth o Updike, è affar loro. Ma che in Europa, vuoi per sudditanza, vuoi per ragioni commerciali, o forse solo per una vaga ansia di dover capire l'America a tutti i costi, ci si accodi a questo giudizio senza riflettere, è sconfortante.© RIPRODUZIONE RISERVATA sul nostro sito Ci siamo occupati, su queste pagine, più volte del romanzo di Franzen, Libertà (Einaudi, pagg. 626, € 22,00), fin dall'uscita americana. Sul sito www.ilsole24ore.com, oltre a quelli di oggi, trovate gli articoli che abbiamo dedicato al romanzo, a firma di Pacifico, Danna e Ricuperati. Nel forum potrete dire la vostra sul romanzo dello scrittore.

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