Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 21 aprile 2011 alle ore 13:44.

My24
Un'immagine tratta dal film «L'altra verità» di Ken LoachUn'immagine tratta dal film «L'altra verità» di Ken Loach

Un weekend cinematografico per tutti i gusti e per tutte le fasce di pubblico: dal film impegnato politicamente, all'animazione per i più piccoli, passando per due titoli rivolti prevalentemente agli adolescenti.

Mentre lo scorso venerdì, al di là degli esiti al botteghino, gli occhi degli appassionati erano generalmente puntati verso l'ottimo «Habemus Papam» di Nanni Moretti, questa settimana escono pellicole, molto diverse l'una dall'altra, che si divideranno le preferenze degli spettatori.
All'interno del gruppetto emerge, visto il nome del regista, l'ultimo lavoro di Ken Loach, «L'altra verità», presentato in concorso al Festival di Cannes 2010.

I mercenari a Bagdad di Ken Loach
Come spesso capita nelle opere dell'autore inglese, al centro della storia c'è un'amicizia di lunga data fra due uomini: Frankie e Fergus si sono conosciuti a Liverpool nel 1976, durante il loro primo giorno di scuola, e da quel momento sono diventati inseparabili.Le loro strade s'incroceranno anche nel mondo del lavoro quando, nel settembre del 2004, Fergus (diventato soldato della Sas, le forze speciali britanniche) riuscirà a convincere Frankie a unirsi alla sua squadra di contractor (le guardie armate, al servizio di privati, un tempo definite più semplicemente "mercenari") a Baghdad, salariati con una paga molto alta in una guerra sempre più privatizzata. Quando Frankie, nel settembre del 2007, verrà ucciso sulla Route Irish (la strada, considerata la più pericolosa del mondo, che collega l'aeroporto di Baghdad alla Green Zone della capitale irachena), Fergus rifiuterà la versione ufficiale dei fatti e inizierà a indagare sulla morte dell'amico.

Dopo i toni da commedia de «Il mio amico Eric», Ken Loach torna a pizzicare le sue corde abituali realizzando una pellicola, impegnata sia da un punto di vista politico che sociale, dai contenuti decisamente forti.
La sua denuncia va contro un sistema sempre più corrotto, di cui fanno parte anche le agenzie di contractor, che approfitta della guerra per ottenere il massimo dei profitti. Anche a discapito dell'etica e del buonsenso.

Nonostante le buone intenzioni, Loach rischia però di farsi prendere troppo la mano dalla sua passione politica: interessato unicamente a far emergere le idee che vuole sostenere, si limita a una regia scolastica, priva di quello spessore (anche dal punto di vista) cinematografico che aveva fatto la fortuna di tante sue opere precedenti. Basti pensare, fra le più recenti, alla Palma d'Oro di Cannes 2006 «Il vento che accarezza l'erba».

Nemmeno la sceneggiatura del fidato, e solitamente bravissimo, Paul Laverty riesce ad alzare il livello di un film i cui colpi di scena risultano spesso scontati e troppo simili a quelli di tanti altri classici titoli del filone complottista. Quello che rimane di «L'altra verità» è quindi la sensazione di un'occasione persa da parte di un regista ancora importante (come dimostra la sua filmografia più recente) che ha voluto, seppur con troppo impeto, dare uno sguardo europeo al delicato tema della guerra in Iraq: argomento fin'ora trattato, con alterne fortune, quasi unicamente dal cinema americano.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi