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Questo articolo è stato pubblicato il 19 maggio 2011 alle ore 16:22.

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Ma come si guadagna se i messaggini sono gratis? Nel caso degli sms e mms a zero centesimi, quelli tra utenti che hanno scaricato il software Skebby, le entrate arrivano dai banner pubblicitari; negli altri casi (dove le tariffe sono comunque sensibilmente più basse rispetto al mercato) i margini sono sul traffico di messaggini che la società di Davide compra anche all'estero, in Gran Bretagna e Germania, garantendo sempre la massima qualità.

Oggi Skebby punta soprattutto sui servizi business, introdotti nel luglio 2009. «Le imprese e gli enti pubblici, ma anche i singoli professionisti o i commercianti, possono utilizzare gli sms per operazioni di marketing grandi e piccole, ma anche per dare informazioni utili. Il Comune di Cuneo, per esempio, utilizza i nostri servizi per ricordare ai cittadini qual è il giorno di pulizia strade. Altri enti locali mandano sms per ricordare i giorni di chiusura delle scuole o gli orari degli ambulatori. Il mondo del mobile marketing via sms vale 70 milioni di euro ed è in crescita a doppia cifra anno su anno». Non a caso Skebby ha di recente varato il legal sms, quello con cui imprese, enti pubblici e professionisti possono inviare comunicazioni digitali certificate ai loro clienti su qualunque cellulare, servizio che tra l'altro ha vinto il premio della Camera di commercio milanese come miglior idea imprenditoriale. L'ultima frontiera, recentissima, è un software che trasforma le mail in sms, in fase di lancio proprio in questi giorni.

Arriviamo così a oggi. Skebby ha oltre 715mila utenti, tra cui 3.500 aziende ed enti pubblici, che nel complesso mandano cinque milioni di sms l'anno. In azienda lavora una decina di persone, tra collaboratori e dipendenti, ma c'è anche una rete commerciale imponente, con 2.000 tra affiliati, promotori e distributori. L'azienda è ancora ospitata presso l'Acceleratore del Politecnico, ma sta assumendo personale.

In quattro anni di vita, con i suoi free sms ha permesso agli utenti di risparmiare 4,7 milioni di euro. E pur non avendo fatto marketing all'estero, il 10 per cento dei download arriva da paesi come India, Indonesia, Spagna, Egitto. «È il bello di internet - sorride Davide, che ancora arriva al lavoro ogni mattina con lo zainetto da studente - il mondo è senza confini. Del resto, oggi, chiunque può informarsi su cosa succede ovunque nel mondo. La mattina apro il computer e trovo a mia disposizione una rassegna stampa mondiale. Leggo feed, blog, commenti sui social network.

Tutto questo mi dà la possibilità di osservare come le dinamiche sociali e comportamentali del nostro pianeta stiano cambiando. Se leggo di cosa succede nel mondo, la mia testa inizia a pensare a soluzioni, idee, proposte. Non c'è innovazione senza curiosità».

Chiudiamo con un po' di filosofia. Se Mark Zuckerberg fosse stato italiano, Facebook sarebbe mai esistito? Davide, che pure vive e lotta in Italia, sorride: «Nell'Information technology oggi ci sono enormi opportunità di "inventarsi" un lavoro, persino nel nostro paese, dove le difficoltà non mancano. È un mondo che si muove alla velocità della luce. Ma dobbiamo riscoprire il coraggio di investire. Non possiamo pensare di realizzare progetti innovativi senza avventurarci in modelli di business sconosciuti, rischiamo di restare allo status quo di un'economia realizzata dai nostri padri. Voglio essere chiaro: i vecchi modelli economici sono destinati a scomparire. La Rete ha contribuito a globalizzare l'economia e sta imponendo ritmi ai quali difficilmente le aziende tradizionali sapranno adeguarsi.

L'Italia, rispetto a questo nuovo mondo, dove vuole stare? Forse nel sogno di essere ancora uno dei paesi più industrializzati del pianeta? Ecco, questo sogno non esiste più. È ora di svegliarci».

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