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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2011 alle ore 15:39.
Noi possiamo immaginare che il chimico di Torino e il sociologo del Massachusetts si fossero incontrati, fra 1963 e '64, intorno alla loro comune passione per la letteratura: Wolff stesso era poeta e narratore a tempo perso. Inoltre, possiamo immaginare che si fossero incontrati intorno alla loro comune condizione di 'salvati' della Shoah: Wolff non aveva conosciuto l'esperienza del campo di sterminio, ma la Soluzione finale aveva investito suo fratello, uno di un milione fra i 'sommersi' di Auschwitz.
La lettera ritrovata attesta come Levi, dopo il disimpegno di Cases e dell'Einaudi, avesse pensato di affidare a Kurt H. Wolff uno sbocco internazionale del «progetto tedesco». Restano da indagare le ragioni che provocarono il fallimento anche di questa soluzione editoriale. In ogni caso, vent'anni più tardi il progetto di Levi prenderà una forma altrettanto stringata che perentoria: quella del capitolo Lettere di tedeschi, ne I sommersi e i salvati.
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