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Questo articolo è stato pubblicato il 07 agosto 2011 alle ore 15:18.
L'ultima modifica è del 07 agosto 2011 alle ore 15:18.

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Marina Abramovic e Ulay, «Rest energy», 1980, dalla mostra «Eroi» della Gam di TorinoMarina Abramovic e Ulay, «Rest energy», 1980, dalla mostra «Eroi» della Gam di Torino

«Di fatto possiamo prevedere le eclissi solari con un elevato grado di precisione e con largo anticipo. Perché non dovremmo essere in grado di prevedere le rivoluzioni?». Questa la domanda che Karl Popper si pone in un saggio del 1948, intitolato "Previsione e profezia nelle scienze sociali" e successivamente incluso nel volume "Congetture e confutazioni" (1963).

La risposta del filosofo austriaco, notoriamente nemico giurato di qualsiasi concezione in odore di storicismo, é netta e senza ambiguità: «Le profezie delle eclissi, e quelle basate sulla regolarità delle stagioni sono possibili solo perché il sistema solare è un sistema stazionario che si ripete; ed è tale in quanto si trova isolato dall'influenza di altri sistemi meccanici da immense regioni di spazio vuoto».

Diversamente stanno le cose, sembra chiaro, per quanto riguarda la storia e le scienze sociali: che si tratti di rivoluzioni, di altri macro-eventi politici o economici, oppure dei banali accadimenti che scandiscono la nostra vita di ogni giorno - la decisione di passare le vacanze a Parigi, l'espressione di una preferenza politica, l'acquisto di un detersivo al supermercato -, si ha a che fare con fenomeni non ciclicamente regolari, non stazionari, non isolati, per i quali Popper esclude ogni possibilità di fare previsioni.Trascorsi sessant'anni, il quadro teorico sul quale si basano le argomentazioni di Popper è radicalmente mutato.

Da una parte, la teoria dei sistemi dinamici non lineari - fondata da Henri Poincaré alla fine dell'Ottocento - ha mostrato che la presunta prevedibilità assoluta della meccanica classica è, salvo poche insignificanti eccezioni, soltanto un'illusione. I movimenti dei pianeti possono apparire regolari quando rapportati al breve lasso di tempo della storia umana, ma in realtà sono intrinsecamente caotici (seppure deterministici), dunque impredicibili: è del tutto incerto se tra 100 milioni di anni la Terra sarà ancora in orbita attorno al Sole oppure no, si possono solo azzardare scommesse.

Dall'altra, gli sviluppi della teoria delle probabilità - in particolare, la cosiddetta analisi stocastica -, unitamente alle simulazioni numeriche rese possibili da computer sempre più potenti, consentono oggi di fare "previsioni" su fenomeni che appartengono a campi di indagine diversissimi, quali la fisica, la biologia, la meteorologia, l'economia, la finanza, la logistica, l'ingegneria. In tutti questi contesti, però, il termine "previsione" va inteso in un senso completamente differente da quello di Popper.

Non si predice il futuro sulla base di un qualche sistema di leggi che permetta di stabilire una catena di nessi causa-effetto (leggi che, eventualmente, potranno essere falsificate, ma che per il momento si accettano come valide); piuttosto, si forniscono stime e approssimazioni che dipendono da modelli matematici parziali e non normativi, da insiemi di dati necessariamente incompleti, da ipotesi statistiche.

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