Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 13 settembre 2011 alle ore 17:57.

My24

Valide, bisvalide e pentavalide, e il mantra "celó-manca". I giochi e le ingenue scommesse sui marciapiedi e nei cortili. Le figurine Panini sono una storia popolare legata a un'Italia che 50 anni fa cresceva e sognava. Una mostra le celebra a Roma da domani e fino al 23 ottobre. Cominciava tutto nel 1961, la Germania dell'Est chiudeva col muro i confini con la Germania dell'Ovest, i Beatles e i Beach Boys si esibivano in pubblico per la prima volta, mentre da noi impazzavano i 24mila baci di Celentano.

Il campionato di serie A era a 18 squadre, quell'anno lo vinse il Milan, davanti a Inter e Fiorentina. Era l'anno della prima "Grande Raccolta Figurine Calciatori", Nils Liedholm sulla copertina e dieci lire per un pacchetto da 5 pezzi. Il tutto esaurito diede subito ragione a Giuseppe Panini che aveva intuito il business già 3 anni prima acquistando per l'edicola di famiglia, di fronte al Duomo di Modena, un grosso lotto per un "Albo di fiori e piante da tutto il mondo" edito dalla Didasco.

Le figurine sono state tra i primi mass-media del Novecento, una forma di comunicazione sociale trasversale che ha plasmato e si è plasmata con una cultura profondamente e genuinamente pop. Lavorando giorno e notte, quattro fratelli figli di un garzone conquistarono il mondo, dando forma soprattutto alla passione sfrenata degli italiani per il calcio.

Collezionismo, pubblicità e industria, un intreccio perfetto al punto da creare una memoria collettiva che oggi invade i due piani di Palazzo Incontro di Roma, dove la mostra è allestita. Pizzaballa ovviamente ha una parete quasi tutta per sé: la prima figurina introvabile, incubo dei collezionisti, come lo era stato prima solo il Feroce Saladino del concorso Perugina-Buitoni abbinato alla trasmissione radiofonica "I Quattro Moschettieri". Pizzaballa era il portiere dell'Atalanta nel 1963-64, che era pure il periodo in cui faceva il militare, motivo per cui il fotografo della Panini non lo trovò al ritiro e non poté immortalarlo per l'album. Questo portò a fenomeni di equazioni come "un Pizzaballa vale tre Rivera e due Mazzola". Clamori da marciapiede che portarono la Panini a conquistare 40 Paesi già all'inizio degli anni '70 col primo album internazionale dedicato alla Coppa del mondo in Messico.

E poi Sandokan, Guerre Stellari, e via via i fumetti e i cartoni animati, fino oggi a Harry Potter, i Simpson o Spongebob. Passando per raccolte dedicate alla storia d'Italia, ai cantanti e persino la moda con l'album di Elio Fiorucci che andava a ruba tra le ragazze dei paninari. Negli anni '80 sono cominciate le vicende che portarono la casa modenese a nuovi ingressi societari e cambi di proprietà. Ora il mito appartiene al Gruppo Merloni ed è il principale mezzo di sostentamento del Sindacato calciatori.

Niente più figurine introvabili: per legge va stampato lo stesso numero per ogni esemplare. I collezionisti e i nostalgici affrontano aste selvagge su internet, dove Pizzaballa vale fino a 50 Euro, ed è grazie alle loro segnalazioni che lo scorso inverno la Guardia di Finanza ha scoperto un mercato clandestino di figurine contraffatte. Il rito resiste anche sui banchi di scuola e unisce le generazioni del passato che le figu se le giocavano a lancio o schiaffetto a quelle moderne che continuano a scambiarsi doppioni nonostante la dittatura della Playstation. 150 miliardi di figurine in mezzo secolo, secondo i calcoli della multinazionale di Modena.

Palazzo Incontro, Via dei Prefetti, 22, Roma. Dal 14 settembre al 23 ottobre

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi