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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2011 alle ore 10:39.

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Ricerca per stomaci fortiRicerca per stomaci forti

Al festival della scienza di Bergamo, il 1º ottobre interviene Barry Marshall, premio Nobel per la Medicina nel 1995 insieme a Robin Warren, entrambi australiani, per una scoperta fatta grazie a un metodo caduto in disuso, il quale richiede una breve premessa storica (i lettori di stomaco delicato saltino il primo paragrafo, per favore). L'auto-sperimentazione fu applicata per la prima volta con il dovuto rigore scientifico in Sicilia, da Giovanni Battista Grassi.

Durante un'autopsia, nell'intestino del defunto aveva trovato dei nematodi, insieme alle loro uova. Le coltivò in «escrementi umidi» mentre per nove mesi verificava quotidianamente che non ce ne fossero nei propri. Certo di non esserne infettato, il 20 luglio 1879 prelevò cento uova dalla coltura e le ingerì.

Verifiche uguali alle precedenti rivelarono che l'esperimento aveva avuto successo e il dottor Grassi si curò con un vermifugo vegetale. Il metodo venne migliorato dal professor Zschokke dell'Università di Basilea che reclutò i propri studenti, metà come gruppo di controllo.

Nello stesso periodo, all'Università di Torino Guido Bizzozzero identificava nello stomaco dei cani un batterio «a virgola», detto poi Campylobacter pyloridis. Come i vermi e le loro uova, per quasi cent'anni si pensò che provenisse da cibo avariato e fosse in transito: lo stomaco era ritenuto troppo acido per essere colonizzato.

Nel 1979, Barry Marshall aveva ventinove anni e si specializzava in gastroenterologia al Real Ospedale di Perth, nel quale affluivano pazienti con ulcere – ricorrenti – e tumori allo stomaco. In cento visite consecutive, contò 58 pazienti le cui lesioni coincidevano con la concentrazione dei batteri. Possibile che non ne fossero la causa?

Con Robin Warren, provò a farli riprodurre in vitro, ma dopo 48 ore il loro numero non cambiava. Stava per rinunciare quando un venerdì sera si dimenticò di buttar via le colture e al lunedì ne trovò il doppio. Nel 1984 ne aveva abbastanza da infettare 50 maialini.

Dopo settimane di endoscopie negative «diventavano sempre più belli e grassi», e purtroppo lo stabulario dell'ospedale era concepito per topi e ratti, al massimo conigli.

Frustrato anche dall'incredulità dei colleghi, ingerì una coltura. Si aspettava di sviluppare un'ulcera dopo qualche anno e la settimana dopo si alzava di notte per vomitare l'anima. Resistette un'altra settimana ai sintomi dell'evidente gastrite, ma come nel caso dei maialini l'endoscopia fu negativa. Sua moglie minacciò comunque di buttarlo fuori di casa, ci mancava solo che infettasse i quattro bambini. Marshall si somministrò antibiotici e sali di bismuto, guarì in pochi giorni e lo raccontò in un articolo del 1985.

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