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Questo articolo è stato pubblicato il 03 ottobre 2011 alle ore 14:16.

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La scoperta delle cellule dendritiche premiata con il Nobel viene pubblicata nel 1973 sul Journal of Experimental Medicine con il titolo molto sobrio "Identificazione di un nuovo tipo di cellule nel sistema linfoide periferico".

Nel 1973 Steinman era post-doc nel laboratorio di Zanvil A. Cohn, morto nel 1993. Il termine "cellule dendritiche" è andato a sostituire il nome "cellule di Langerhans" - dallo scoprire Paul Langerhans, un patologo tedesco che le aveva osservate studiando la pelle al microscopio nel lontano 1869. Langerhans pensava addirittura che si trattasse di cellule nervose presenti nella pelle umana, e la loro funzione immunitaria è stata dimostrata appunto da Steinman e Cohn.

Le cellule dendritiche costituiscono un sistema cellulare fondamentale per il funzionamento delle risposte immunitarie innate e adattative. Un insieme di funzioni svolte da queste cellule riguarda la cattura di antigeni proteici, che vengono convertiti in strutture molecolari e presentati in collegamento con i prodotti del complesso principale di istocompatibilità sulla superficie delle cellule per essere riconosciuti dai linfociti T. In questo modo le cellule dendritiche garantiscono il riconoscimento degli antigeni proteici estranei all'organismo, in quanto parte per esempio delle strutture dei virus, da parte del sistema immunitario che può innescare una risposta cellulare o anticorpale specifica contro questi agenti. Insomma, si tratta di cellule implicate nella modulazione della capacità del sistema immunitario di discriminare tra "self" e "not self".

Un secondo insieme di funzioni delle cellule dendritiche riguarda la discriminazione tra l'assenza e la presenza di infezione, per garantire che in assenza si produca tolleranza verso le macromolecole innocue, mentre in presenza di infezione si attivi l'immunità. In presenza di infezione, le cellule dendritiche vanno incontro a un complicato processo di maturazione che le porta a esprimere anche recettori in grado di rispondere a componenti microbici e altri stimoli ambientali, il tipo di recettori per cui è stata assegnata la seconda parte del premio Nobel, e a dare inizio alle risposte immunitarie. L'attivazione di queste cellule è stata e viene attivamente studiata in relazione alle risposte immunitarie contro il virus dell'Aids, ma anche in malattie autoimmuni, come il diabete di tipo I. Le cellule dendritiche sono anche oggetto di ricerca per la progettazione di vaccini più efficaci, dato il loro ruolo nel rispondere ai cosiddetti adiuvanti.

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