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Questo articolo è stato pubblicato il 13 novembre 2011 alle ore 08:13.

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Anche con temperature da pianura padana, all'Usf, l'Università della South Florida, gli studenti girano con le infradito. Ogni volta che ci torno mi stupiscono, oltre che le loro inaudite capacità termiche, i nuovi edifici in costruzione, le nuove biblioteche. Fraser Ottanelli, direttore del Dipartimento di Storia, è arrivato da Firenze nel 1987, ma ancora aspira tutte le ci. «Ma chi vi dà tutti questi soldi?» gli chiedo.
«Molti vengono dai privati, ma non solo. Lo stato destina all'edilizia universitaria una percentuale degli introiti del l'energia. Quest'anno, con l'inverno freddo e l'estate calda, riscaldamento e poi condizionatori accesi tutto il giorno, le bollette son salite. Hanno distribuito 600 milioni di dollari. Ah, poi c'è la lotteria della Florida, tutti i guadagni vanno all'istruzione pubblica».
«Socialismo reale».
«Ma no. Son dieci anni che governano i Repubblicani».
L'Usf è una grande università statale, con 47 mila studenti. I suoi problemi sono quelli tipici di tutto il sistema pubblico di istruzione, mi spiega Ottanelli. Aggiungiamoci che per il finanziamento delle università la Florida è al 49esimo posto negli Usa su 50 stati e l'Italia all'ultimo fra i paesi Ocse, e il confronto si fa ancora più calzante. «Insomma, come ve la passate?», gli chiedo, e lui fa una faccia come per dire «male»: «Son tempi duri, c'è uno scontro continuo fra politici e accademici».
«E chi vince?»
«Naturalmente noi non si sta zitti. Ma alla fine chi comanda è il Board of Governors, ed è formato da un rappresentante del Senato Accademico, uno degli studenti, e sette membri nominati dal governo: imprenditori, amministratori».
«Verrebbe da pensare che a un organo del genere debba interessare una via di mezzo fra la Bocconi e un Politecnico. Invece nella scienza di base e nelle materia umanistiche siete molto più forti di noi».
«Beh, non è che possano fare tutto quello che vogliono. Certo, ci provano: qui no, ma in altre università hanno chiuso Sociologia o Geografia. Però non si discute che un'università seria debba avere un'area umanistico-scientifica sviluppata. Per ricevere finanziamenti dal governo federale (compresi i fondamentali prestiti agli studenti) ci vuole il cosiddetto accreditamento, e l'università se lo scorda, se elimina questi corsi».
Risultato: nelle università americane i programmi di studio sono molto vari e pochissimo specialistici. Per esempio, il figlio di Ottanelli, Vittorio, si laureerà in "Peace and conflicts", pace e conflitti, e conosco gente che studia (insieme) biologia marina e affari internazionali, o per prepararsi a medicina si iscrive ad antropologia.