Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 07 gennaio 2012 alle ore 19:04.

My24

La polemica, in alcuni Stati americani, sull'insegnamento scolastico della teoria dell'evoluzione piuttosto che della teoria "creazionista" - secondo la quale tutte le specie esistenti di piante e animali, uomo compreso, esistono nella loro forma attuale da quando sono comparse sulla Terra - può sembrare un classico esempio di conflitto tra fede e ragione. Il creazionismo poggia sulla credenza nella verità letterale dei versetti 11-12 e 20-31 del primo capitolo della «Genesi». Non è affatto irrazionale il rigetto della teoria dell'evoluzione da parte dei creazionisti. E se la loro teoria è corretta, ne consegue che l'evoluzione delle specie è un'illusione. Ma su che cosa si fonda la teoria creazionista? Ha un'argomentazione razionale e, almeno in apparenza, convincente da opporre alle prove dell'evoluzione? O poggia sulla fede cieca? E quando è cieca, la fede?

Chiaramente, la fede cieca si contrappone alla ragione: è l'adesione a una credenza per la quale il credente non può offrire argomenti o motivi. Ma la contrapposizione non implica che tale credenza sia sempre irrazionale. Possiamo trovarci nel l'incapacità di fornire le ragioni di certe credenze, anche se sentiamo fortemente che sarebbe irragionevole abbandonarle. L'attaccamento a queste credenze non è irrazionale perché, anche se non riusciamo a sostenerle con un argomento, la forza stessa della nostra convinzione fa pensare che debbano essere vere. Non possiamo giustificare, disse una volta Bertrand Russell, il rifiuto dell'ipotesi per cui l'universo esiste da cinque minuti, a dispetto dei nostri ricordi e delle tracce lasciate dalla storia precedente. Non ci serve escogitare delle confutazioni per sostenere che l'ipotesi è falsa. Non possiamo far altro che non crederci, anche se non abbiamo argomenti.

Oppure immaginiamo che un filosofo sostenga (come qualcuno ha fatto) che in merito al passato sono vere soltanto le affermazioni di cui le prove - ricordi compresi - esistono ora o compariranno nel futuro. Ne consegue che innumerevoli affermazioni sul passato non sono né vere né false, anche se la verità o falsità ne era già stata stabilita e perfino conosciuta all'epoca alla quale esse si riferiscono. L'argomento del filosofo potrebbe sembrarci privo di coerenza. Ma immaginiamo, come io credo, che dopo attento esame non risulti tale. Anche se il filosofo disponesse di argomenti convincenti a sostegno della sua affermazione, non sarebbe irragionevole ritenere che sia sbagliata e pensare invece che la verità di un'affermazione riguardante il passato dipenda unicamente da come le cose erano nel passato e non dall'avere oggi o domani fondati motivi per crederci. Anche se non è motivata, insomma, la fede cieca non è necessariamente irragionevole.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi