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Questo articolo è stato pubblicato il 14 febbraio 2012 alle ore 12:18.

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Adriano Celentano (LaPresse)Adriano Celentano (LaPresse)

Certi pensieri è bene toglierseli subito. Di cosa si è discusso in questa lunga e concitatissima vigilia sanremese? Della presenza di Celentano, di quanto avrebbe guadagnato per la sua performance, del cachet che avrebbe interamente devoluto in beneficienza, delle tasse che avrebbe comunque pagato allo Stato, del suo spot anti-aziendalista che ha fatto infuriare viale Mazzini, di quanto il Molleggiato avrebbe parlato (e quanto taciuto) di fronte al pubblico dell'Ariston.

Stasera finalmente il Festival della canzone italiana numero 62 parte e i riflettori sono tutti puntati sull'Adriano nazionale che, a sorpresa, apre la kermesse piuttosto che fare il piatto prelibato da consumarsi a pranzo inoltrato. Cosa ci offrirà di preciso non lo si è ancora capito e chissà se improvviserà un duetto canoro col collega e conduttore Gianni Morandi: «Non si capisce bene – ha rivelato l'ex ragazzo di Monghidoro in conferenza stampa -. Mi ha detto "potrei chiamarti", ma forse me lo dirà nel pomeriggio. In ogni caso sono pronto, qualsiasi cosa voglia fare». Cosa puntino a fare gli autori del Festival è invece chiarissimo: superare la soglia dei 14 milioni di telespettatori registrati per la prima serata di un anno fa. Magari con una piazzata memorabile di quelle che mettono tanto pepe nei dibattiti dietrologici da dopo-festival.

Il pepe sul Festival. A quanti di voi ritengono che il Festival per riuscire digeribile debba essere condito con tanto pepe, suggeriamo l'impegno di Radio24 con «La Zanzara» che ronzerà intorno alla kermesse costringendo i politici a indossare le improbabili vesti di cantanti. Nessuno si scandalizzi: la riviera ligure è il posto meno appropriato per farlo, soprattutto intorno alla metà di febbraio. Da queste parti, anzi, lo scandalo è tutto grasso che cola, una bella botta di vita con relativa impennata di Auditel. Sfogliare l'album dei ricordi per credere.

Dal bacio di Benigni al pancione della Berté. L'edizione 1980 passa per esempio alla storia per l'improvvida performance amatoria di un Roberto Benigni ancora in versione Cioni Mario (l'Oscar per «La vita è bella» era di là da venire) che stampa un bacio di ben 45 secondi sulla bocca della conduttrice Olimpia Carlisi. Sulla stessa lunghezza d'onda Buster Bloodvessel, cantante della band ska britannica Bad Manners ospite un anno più tardi: durante l'esecuzione del brano «Lorraine» si calerà i pantaloni. L'Italia benpensante degli anni Ottanta in ogni caso è nell'edizione 1986 che subisce il peggiore shock festivaliero: Loredana Berté interpreta la canzone «Re» allestendo, insieme con due figuranti, una coreografia di pancioni posticci. Toccateci tutto, ma non la sacralità della figura materna.

L'«Ottava meraviglia» di Patsy Kensit. Nel 1987 nel parterre degli ospiti stranieri sbarca anche l'inglesina Patsy Kensit, acclamata dai teenager di mezzo continente. La ragazza getta in pasto al pubblico di Raiuno la sua «Ottava meraviglia»: durante il brano «Eight wonder», a furia di zompettare si fa cascare giù maliziosamente l'abitino mentre la telecamera indugia sul suo decolté. A distanza di 25 anni sembrerà roba da educande, eppure all'epoca se ne parlò per giorni.

Quando gli ospiti… puzzano. In quanto a gestione problematica degli ospiti, difficile eguagliare i fasti dell'edizione 2001. Tutti temevano Eminem, il rapper bianco che parla sconcio e incita alla violenza. Lui, alla resa dei conti, si produrrà in una performance piuttosto innocua. Al contrario saranno i Placebo a interpretare la parte dei cattivi: pare che il leader della band britannica Brian Molko non gradisca l'ordine di suonare in playback e allora decide di ribellarsi a suo modo durante l'esecuzione di «Special K»: dito medio puntato alla telecamera e chitarra sfasciata contro l'amplificatore. Fischi, urla di disapprovazione, qualcuno gli dà dello scemo, lui a esibizione finita si avvicina al pubblico per sfidarlo, come quei calciatori che sfogano tutta la loro rabbia contro la curva avversaria dopo un gol segnato in trasferta. Poi Molko va via e parte un involontario siparietto comico con Letitia Casta che, da brava soubrette, recita la sua battuta («La Liguria è bellissima»). La regia ci mette una pezza e manda la pubblicità. Come dire: uno scandalo da antologia. Chissà che l'edizione 2012 non sia altrettanto generosa. Tanto più che dall'Adriano nazionale non sai mai cosa aspettarti.

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