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Questo articolo è stato pubblicato il 19 febbraio 2012 alle ore 08:19.

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Fra pochi mesi, nel giugno del 2012, si terrà a Rio de Janeiro la Conferenza mondiale indetta dalle Nazioni Unite dedicata allo sviluppo sostenibile. È ufficialmente indicata come Rio + 20, perché proprio a Rio, nel giugno del 1992, si è svolta la Conferenza mondiale su ambiente e sviluppo (spesso individuata con la sigla Unced, United Nations Conference on Environment and Development): una delle tappe più importanti nella storia della protezione dell'ambiente globale e addirittura un momento storico per l'umanità, secondo la relazione conclusiva del segretario generale della Conferenza Maurice Strong.
Facciamo un balzo all'indietro di altri vent'anni: nel giugno del 1972 si svolge a Stoccolma il primo incontro mondiale sul l'ambiente organizzato dalle Nazioni unite: la Conferenza sullo sviluppo umano (detta Unche, per United Nations Conference on the Human Environment).
Stoccolma 1972, Rio 1992, Rio + 20 quest'anno: tre date che contrassegnano quarant'anni di crescente attenzione della comunità internazionale ai temi ambientali globali.
Tre aspetti sono significativi dello straordinario cambiamento verificatosi in questo periodo.
Primo. Si è affermato e consolidato un sistema di norme ambientali che, insieme alla protezione dei diritti umani, è il settore che ha maggiormente caratterizzato lo sviluppo del diritto internazionale. I trattati multilaterali (cosiddetti Mea Multilateral Environmental Agreements) erano poche decine all'inizio degli anni Settanta e sono oggi varie centinaia. Alcuni hanno carattere globale e vi aderiscono la maggior parte degli stati che compongono la comunità internazionale (come il Cites, la Convenzione sul commercio internazionale delle specie in via di estinzione, o come la Convenzione quadro sul cambiamento climatico e quella sulla biodiversità, i due trattati con carattere vincolante approvati alla Conferenza di Rio del 1992). Altri disciplinano problemi territorialmente delimitati (come le varie convenzioni che disciplinano alcune aree marine o alcune specie animali o vegetali) e quindi vi aderiscono solo gli Stati direttamente interessati.
Secondo. Sono enormemente aumentati gli organismi istituzionali variamente denominati che a livello internazionale si occupano di ambiente.
Alcuni hanno compiti generali: è il caso dell'Unep, lo United Nations Environment Programme, appositamente istituito nel 1972, subito dopo la Conferenza di Stoccolma, come braccio operativo delle Nazioni unite nel settore dell'ambiente. Altri sono stati creati per occuparsi di specifici problemi: dal cambiamento climatico all'inquinamento marino, dalla tutela del patrimonio ittico alla desertificazione, dalle rotte degli uccelli migratori allo sviluppo sostenibile.

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