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Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2012 alle ore 16:27.

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John FallonJohn Fallon

E' fuor di dubbio che in futuro gli insegnanti dovranno essere più flessibili, più preparati tecnologicamente a sostenere pienamente i propri alunni. Gli alunni potranno leggere fatti e principi in una molteplicità di contesti: a casa, su dispositivi mobili e in classe, ovviamente.
Gli insegnanti dovranno diventare ancora più bravi nell'aiutare gli alunni a interpretare il diluvio di informazioni della società odierna, e a trarne un significato.
Anche se entrambe le competenze saranno sempre elementi essenziali dell'educazione, ho l'impressione che "insegnare come" – come capire i principi scientifici, come applicare quanto si è appreso sul posto di lavoro, come comunicare e come lavorare con altre persone – diventerà altrettanto importante dell'insegnare fatti e teorie. Quindi dovremo aiutare gli insegnanti ad adattare le proprie competenze perché diventino ancora più efficaci.
Da Pearson, cominciamo a capire quali sono le competenze necessarie a un bravo insegnante in varie parti del mondo, e aiutiamo gli insegnanti a svilupparle in parecchi paesi: in Giordania nelle scuole medie e superiori; in America Latina per padroneggiare meglio l'inglese; in Inghilterra per adottare approcci nuovi e migliori nelle scuole. Dietro tutte queste iniziative, c'è il desiderio di fornire un sostegno più diretto a chi sta in classe.

Pearson è nella posizione giusta per riflettere sull'equilibrio da raggiungere tra saperi locali e globali. Quanta standardizzazione dovremmo aspettarci (e perseguire)? Che ruolo avranno test internazionali come PISA in futuro? Non si rischia di sovrastimare l'utilità di test simili o di farne un cattivo uso? Quanto del contesto e della tradizione locale va considerato una risorsa e in che modo tenerne conto?
In tutto il mondo i governi cercano criteri e livelli di riferimento globali per accertare che i propri giovani ricevano un'educazione e delle competenze che li mantengono globalmente competitivi.
Per quanto riguarda i test, Pearson ha una buona reputazione: in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, a livello statale e federale, valutiamo milioni di studenti ogni anno con le procedure e le tecnologie più aggiornate.
Un governo dovrebbe mirare al giusto equilibrio tra un'educazione che consente alla popolazione di competere in campo internazionale, e al contempo che tiene in considerazione il contesto locale, i punti di forza, le attitudini e le attività prevalenti.
Dalle nostre conversazioni con esperti di didattica e con responsabili politici, sappiamo che c'è una domanda per una valutazione più accurata, che superi i confini nazionali, e serva a diagnosticare se il sistema funziona bene o meno. Rispetto ad altre organizzazioni, abbiamo capacità di valutazione in molte più regioni del globo, infatti l'OCSE ha scelto Pearson per contribuire a sviluppare alcuni dei quadri di riferimento per i test PISA del 2015.

Che cosa significa il bel motto di Pearson "always learning "?
Che tutto quello che facciamo è orientato a un apprendimento: quello formale con i libri di testo a scuola; con il nostro software e le nostre qualificazioni; oppure con la nostra formazione professionale sul posto di lavoro. Oltre a quello che facciamo nel settore dell'education, il Financial Times e Penguin sono due dei marchi più noti del mondo: aiutano milioni di persone a educarsi con notizie e informazioni finanziarie, saggistica e narrativa. In effetti ognuna delle nostre attività aiuta la gente a imparare.
Data l'evoluzione dell'economia globale e la maggior flessibilità di approccio e di apprendimento richiesta alle persone e alle aziende, "always learning" riassume anche la convinzione che nel 21mo secolo l'istruzione determinerà sempre di più il successo degli individui e delle nazioni. Per noi si tratta di una certezza, e di una passione.

Traduzione di Sylvie Coyaud

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