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Questo articolo è stato pubblicato il 12 aprile 2012 alle ore 09:25.

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L'altra metá del cielo. Nella foto Sabrina Brazzo e Andrea Volpintesta (© Brescia Amisano - Teatro alla Scala)L'altra metá del cielo. Nella foto Sabrina Brazzo e Andrea Volpintesta (© Brescia Amisano - Teatro alla Scala)

Ci aveva già provato Roland Petit con le musiche dei Pink Floyd. Ora è il turno di vedere le canzoni di Vasco Rossi in versione coreutica, al Teatro alla Scala fino al 13 aprile con l'Altra metà del cielo. Se nel primo caso il risultato è stato un successo planetario, in questo caso è ancora tutto da vedere. Nei panni dell'autore e non della rockstar, il Blasco ha curato la drammaturgia con l'aiuto di Stefano Salvati, seguendo un unico filo conduttore: l'universo femminile.

Sul piatto ha messo i suoi brani, dagli anni '70 al post nuovo millennio arrangiati per orchestra da Celso Valli, e la sua curiosità artistica nei confronti della danza, scoccata nel 2004 sul set di Buoni o Cattivi e definitivamente consacrata dopo l'incontro con Eleonora Abbagnato, étoile de l'Opéra de Paris, protagonista del video Ad ogni costo del 2009. Un racconto di un unico atto lungo un'ora e venti, in cui si svolgono le vite di tre tipologie di donne, rappresentate in quattro momenti della vita, l'adolescenza, la maturità, la crescita e l'abbandono. La prima protagonista è Albachiara, interpretata da Sabrina Brazzo: fin da piccola sogna il principe azzurro con tutte le sue forze, ma crescendo deve inevitabilmente scontrarsi con una realtà che non combacia alle sue aspettative.

Questa delusione la spinge ai limiti della pazzia, tra la sua rabbia urlata contro la gente e l'indifferenza di chi non vuole sentire. Stefania Ballone danza sulle note di Silvia, Brava, Brava Giulia e Sally: è il personaggio di una ragazza curiosa, sveglia, con l'argento vivo addosso. Silvia non vede l'ora di diventare grande e di divertirsi, giocando con i suoi sentimenti e con quelli degli uomini. Quando diventa finalmente donna scopre l'amore: il matrimonio, i figli e un futuro familiare tutto da scrivere. La felicità si cela forse nella normalità delle piccole cose? La ballerina Beatrice Carbone è Susanna, la più sensuale e seducente tra le tre. Scopre presto il sesso, che diventa una forma di gioco priva di contenuti emotivi; accanto a lei solo uomini altrettanto sexy, che lasciano all'apparenza anche lo spazio dell'essenza. Susanna diventa grande e si ritrova come Sally, libera, senza rimpianti, ma senza niente d'importante in mano. Dove il "niente" è ancora sinonimo di relazione amorosa.

La voce impura e graffiante di Vasco canta Un senso e il sipario si chiude, così, giusto il tempo di una pirouette, quando non si è vista che una sfaccettatura della vita di una donna. Ma non doveva essere la rappresentazione dell'universo femminile? Davvero la donna nel terzo millennio riesce a sentirsi rappresentata da queste tre storie? Dalla cronaca si riprende il tema della violenza: sulle punte vediamo donne che hanno paura, che vengono picchiate, che fuggono, ma che poi tornano dal loro carnefice. La formazione, lo studio, la forza, l'amicizia, l'indipendenza, l'autorealizzazione, il lavoro, dove sono?

Delle tre storie narrate, una finisce male, un'altra lascia l'amaro in bocca, mentre l'happy end è un'esclusiva di Silvia che si è sposata con Fabio, l'uomo che l'aveva maltrattata nei passi a due precedenti. Non c'è margine d'interpretazione: la coreografa Martha Clarke ricalca il significato dei testi di Vasco senza dare respiro all'immaginazione. Uno spettacolo di danza contemporanea, più vicina al teatro danza che alla purezza della classica. Resta qualche tecnicismo a sé stante, come i giri en manège e i grand jeté, a ricordare che il palcoscenico è sempre quello della Scala, così come il corpo di ballo. Vasco Rossi è entrato per la prima volta al Teatro alla Scala per questo progetto, come mostro da palcoscenico di stadi gremiti di fan, ma inesperto del palcoscenico che si raggiunge tramite foyer. Il risultato? Uno spettacolo né dalle parte di chi ama la musica di Vasco, né dalla parte di chi ama la danza. E tantomeno dalla parte delle donne.

L'altra metà del cielo
Musica e drammaturgia: Vasco Rossi. Coreografia: Martha Clarke. Orchestrazione: Celso Valli. Scene: Robert Israel. Costumi: Nanà Cecchi. Luci: Christopher Akerlind e Marco Filibeck. Assistente alla drammaturgia e video: Stefano Salvati.
Personaggi e interpreti: Sabrina Brazzo, Andrea Vopintesta, Beatrice Carbone, Antonino Sutera, Stefania Ballone, Matteo Gavazzi, Petra Conti, Eris Nezha, Emanuela Montanari, Gabriele Corrado, Serena Sarnataro, Fabio Saglibene e il corpo di ballo del Teatro alla Scala.
In scena dal 3 al 13 aprile al Teatro alla Scala di Milano.
www.teatroallascala.org

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