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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2012 alle ore 18:39.

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La volta scorsa abbiamo parlato della povertà e abbiamo detto che gli economisti non hanno una spiegazione chiara e completa di che cosa causi la povertà. Di cause ce ne sono tante e cambiano in importanza nello spazio e nel tempo. Studiando la povertà ci si rende conto di come l'economia non sia un scienza esatta ma piuttosto una "scienza dell'uomo": per capire come funziona un sistema economico non basta l'economia. Ci vogliono anche la psicologia, la storia, la sociologia, la politica…
L'economia non basta…
Ma se gli economisti non arrivano a spiegare compiutamente la povertà, però ci vanno vicino. E un economista peruviano, Hernando de Soto (vedi l'articolo a fianco) ha individuato una importante concausa: la mancanza di titoli.
Quali titoli? Non "titoli" nel senso di BoT o azioni. Certo, i poveri non hanno BoT o azioni, ma questo è un effetto, non una causa della povertà. Parliamo di titoli nel senso di titoli di proprietà, o financo titoli di identità.
Vediamo dapprima questi ultimi. Supponiamo che voi non abbiate nessun documento di identità: tessera di studente, patente per il motorino, carta di identità, passaporto… niente di niente. Per come è organizzata la vita moderna, voi allora non esistete. Non potete iscrivervi a scuola, non potete comprare il motorino a rate, non potete viaggiare fuori dai confini, non potete aprire un libretto di risparmio o comprare un telefonino, non potete, da adulti, chiedere un prestito in banca, avviare un'attività…
….ci vuole una carta di identità…
Vi sembrerà incredibile, ma nel mondo, nei Paesi poveri, vi sono centinaia di milioni di persone (adulte!) che non hanno documenti di identità. E sono quindi obbligate a una vita di sussistenza, a vegetare nel loro campicello o facendo i venditori ambulanti…
In India, dove è concentrato il fenomeno, è partito un ambizioso progetto. Dare a tutti (l'India ha più di un miliardo di abitanti…) una identità. Nelle campagne sono stati sventagliati migliaia di operatori che rilevano i dati biometrici di ogni persona (impronte digitali e iris) in modo da rendere impossibili falsificazioni e permettere poi a ognuno di attestare la propria identità anche senza pezzi di carta o tessere di plastica.
Il problema da risolvere in India era quello di come dare ai poveri sussidi od offerte di lavoro senza che questi benefici si perdessero per strada. Senza la possibilità di contattare individualmente chi non aveva identità, questi sussidi dovevano essere distribuiti usando intermediari locali, e, in un Paese dove la corruzione è molto diffusa, parte di questi benefici non raggiungeva mai i destinatari finali. Dando la certezza di un "titolo di identità" a questi ultimi si possono togliere di mezzo gli intermediari. Senza contare gli altri vantaggi per chi ha acquisito alfine una identità: può finalmente entrare nel circuito pieno dell'economia.

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