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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2012 alle ore 18:55.

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Mettiamo che qualcuno vi chieda soldi a prestito e vi prometta di restituirli entro 3 mesi. Voi chiedete un tasso di interesse pari, mettiamo, al 5% l'anno. Ma se quel qualcuno vi propone di restituirli non fra tre mesi ma fra tre anni, che cosa rispondete? Il buon senso dice - e il buon senso ha ragione - che gli chiederete più del 5%, dato che vi separate dai vostri soldi per un periodo più lungo, e le separazioni dai soldi, come le separazioni dall'amata, fanno soffrire. Quindi è normale che i tassi lunghi siano più alti dei tassi brevi. Se mettiamo assieme su un grafico (guardate qui accanto) i tassi sui titoli pubblici italiani disposti lungo le diverse scadenze, dai tre mesi ai 30 anni, vediamo una curva che cresce: si chiama 'curva dei rendimenti'.
Ma perché è così importante?
La digressione di prima è servita a ricordare che il tasso di interesse è più alto quando c'è pericolo che i soldi non vengano restituiti. Questo pericolo esiste quando il periodo del prestito è più lungo (non si sa mai quel che può succedere in dieci anni…), ma esiste anche quando si ha poca fiducia nel debitore. Ora, se c'è una differenza fra due titoli con la stessa scadenza, la ragione deve stare nella diversa fiducia che si nutre nel debitore. Insomma, i mercati domandano all'Italia di pagare un tasso di interesse più alto perché hanno più fiducia nella Germania rispetto all'Italia.
A questo punto, potrete chiedere: d'accordo, l'Italia paga più interessi della Germania, ma perché questa differenza è così importante? Risposta: per almeno tre ragioni. Questioni di fiducia e questioni di soldi
Prima ragione: se lo Stato spende di più per interessi e non dobbiamo aumentare il deficit vuol dire che dovremo ridurre altre spese o aumentare le imposte. Dato che la nostra economia già stenta a crescere, togliere soldi o servizi pubblici dai cittadini vuol dire spargere sale sulle ferite.
Seconda ragione: se lo Stato italiano paga più interessi dello Stato tedesco finisce che anche le imprese italiane pagheranno tassi più alti rispetto alle imprese tedesche. Quindi, le imprese italiane si trovano svantaggiate rispetto alle imprese tedesche.
Lo spread è un termometro
Terza ragione: se i risparmiatori - italiani e stranieri - che sottoscrivono i titoli pubblici italiani perdono fiducia nel debitore-Stato, le conseguenze possono essere terribili. Dato che noi abbiamo un grande debito pubblico e tanti titoli emessi in passato scadono ogni mese, per i risparmiatori è facile esprimere la loro sfiducia. Non è necessario sottoscrivere nuovi titoli: basta non rinnovare quelli che scadono. Se il mercato non rinnova i titoli lo Stato italiano fallisce, la fiducia di imprese e famiglie crolla, l'economia affonda e si scatena una crisi gravissima, con ripercussioni internazionali. Questa è la ragione per cui si guarda ansiosamente allo spread, come si guarderebbe al termometro di un paziente sotto osservazione.
fabrizio@bigpond.net.au

Interessi e rendimenti a confronto
pNel grafico qui accanto si vede come i tassi di interesse salgono quanto più lungo è il periodo che corre prima che il titolo venga rimborsato. Talvolta può accadere che la curva abbia l'inclinazione contraria, cioè con tassi a breve più alti di quelli lunghi: questo succede quando la Banca centrale alza i tassi a breve perché l'economia cresce troppo rapidamente e minaccia di accendere l'inflazione.
Nel grafico in basso ci sono tre elementi: le due curve sono i tassi sui titoli pubblici a 10 anni di Italia e Germania. Le barre sono lo spread, cioè la differenza fra i due tassi. Prima dell'avvento dell'euro la differenza era elevata perché in Italia c'era una inflazione più alta. Poi si è appiattita, salvo rifarsi viva pericolosamente negli ultimi tempi, in seguito alla crisi (vedi, per i perché della crisi e i problemi dell'euro, il Sole-Junior del 4 e dell'11 dicembre 2011).

F.G.

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