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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2012 alle ore 17:15.

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(Foto di Alessandra Freguja)(Foto di Alessandra Freguja)

Vicenza Jazz ha concluso con un concertone nel magico Teatro Olimpico la diciassettesima edizione, anche se il calendario della kermesse propone ogni sera - fino al 15 maggio - concerti nella Basilica Palladiana. Fin dal principio il festival affianca al suo nome una precisazione importante: new conversations, che indica un impegno di novità e di dialogo in ogni direzione.

Il dialogo e la capacità di assorbire musiche «altre» sono da sempre caratteristiche fondamentali del jazz: ma oggi lo sono più che mai, perfino a rischio di perdere la propria identità. Nell'edizione 2012 c'è anche un sottotitolo: «Alla Fiera dell'Est sulle rotte di Marco Polo e di Thelonious Monk», della cui realizzazione sarà facile rendersi conto nelle note che seguono.

Non manca, per il dodicesimo anno consecutivo, l'ormai tradizionale «quaderno del jazz», rara avis nei jazzfest, che in 120 pagine distingue in senso culturale la manifestazione vicentina, questa volta con saggi del direttore artistico Riccardo Brazzale e di Enzo Capua, Aldo Gianolio, Francesco Martinelli, Francesco Màndica, Jennifer Maidman, Maurizio Franco e Stefano Zenni, gli ultimi due riguardanti Thelonious Monk nel trentennale della scomparsa.

C'è un'ultima premessa da fare: Vicenza Jazz sembra godere di ottima salute per quantità (perfino troppa) e qualità, rivelandosi in controtendenza rispetto ai venti di crisi specifica, oltre che generale, dei quali purtroppo si vedranno alcuni effetti nella prossima estate.

Veniamo ai concerti e agli eventi collaterali, avvertendo che sarà necessario usare più che mai, dato lo spessore del programma, un setaccio vigoroso. Questa volta il pianista e compositore Uri Caine ha dato un dispiacere agli ammiratori più esigenti, presentando la sua versione delle Variazioni Diabelli di Beethoven, finora poco ascoltata in Italia, ma non riuscendo a far suoi i 33 celebri episodi. Ha esordito da solo con l'incipit della Sonata K545 di Mozart seguito da improvvisazioni sui temi di Bewitched e di Blackbird, poi ha attaccato le Variazioni con il sostegno dell'Orchestra del Teatro Olimpico composta per l'occasione da 24 musicisti diretti da Carlo Tenan.

Scarse le prove, con ogni evidenza, e non rare le smagliature e i malintesi fra il solista intento a leggere lo spartito delle sue incalzanti variazioni sulle Variazioni e i professori dell'orchestra. Successo generoso, comunque, con abbondanti richieste e concessioni di bis.

Gli spettacoli al Comunale
Il Teatro Comunale ha ospitato in due sere il trio eccellente del pianista Stefano Battaglia con Salvatore Maiore contrabbasso e Roberto Dani batteria, ispirato al più recente dei suoi tre significativi cd per Ecm.

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