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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2012 alle ore 10:42.

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«Scappare è inutile». I film in sala che mettono i brividi. Nella foto una scena del film "Quella casa nel bosco"«Scappare è inutile». I film in sala che mettono i brividi. Nella foto una scena del film "Quella casa nel bosco"

Mentre Cannes entra nel vivo, nelle sale italiane succedono cose dell'altro mondo. In tutti i sensi. Quelle che sono accadute nella vita di Roman Polanski, ma anche quelle che sono raccontate in Margin Call e che succedono tra le quattro mura di una società che in una notte viene investita dalla crisi che ora sta squassando tutto il mondo. Quelle di Another Earth, che ci mette a confronto con la possibilità che ci sia un mondo gemello, un pianeta uguale alla terra. Totalmente. E infine non possiamo trascurare Quella casa nel bosco: qui ci sono tanti altri mondi a invadere il nostro.
Ma andiamo per ordine, partendo con il film più attuale. J.C. Chandor con Margin Call, anche grazie a un cast di altissimo livello che vede le punte di diamante in Kevin Spacey e in un gelido Jeremy Irons, ci spiega cos'è successo nelle segrete stanze dell'economia mondiale. Perché le grandi crisi all'apparenza mietono solo vittime, ma a innescarle sono carnefici avidi e sconsiderati, dirigenti che cercano la salvezza in inganni cinici. Sembra freddo, Margin Call, ma la passione che percorre questo film è il ghiaccio bollente che scorre dentro serpenti più o meno velenosi in giacca e cravatta. Tutto in una notte, alle fredde luci del neon, Chandor dipinge un affresco cupo e serrato di numeri, azioni, idealismi violati. Tutto con semplicità e linearità: ne viene fuori un thriller finanziario che ci dice più di molte analisi viste su giornali, libri e tv in questi anni.

Di un mondo in crisi, in fondo, parla anche in Another Earth. Mike Cahill punta in alto, per la precisione allo spazio. Là cerca di superare le miserie terrene e chiede, pretende risposte da un pianeta gemello, Terra 2. Come Lars Von Trier in Melancholia, nell'interessante e incompiuto Another Earth l'esito non è dei più felici. La studentessa bella e brillante- ma troppo incline alla baldoria- interpretata dalla dolente Brit Marling si perde nella notizia dell'esistenza del "nuovo mondo" data dalla sua autoradio. Quella distrazione provocherà atroce distruzione, spazzerà via e spezzerà una famiglia e la sua vita, con carcere e senso colpa impossibili da metabolizzare. Ci proverà comunque, rintracciando l'unico superstite (William Maphoter) e provando a regalargli e forse regalarsi un'altra occasione. Di fronte a questa vicenda terrena, viviamo parallelamente la scoperta di quel pianeta lontano e fin troppo vicino. Cahill ha una regia suggestiva e il soggetto è potente e dà vita a svolte originali, ma dopo una prima parte notevolissima, si perde nelle complessità che lui stesso si è messo davanti. Film affascinante, che riflette sulla crisi peggiore, quella morale e depressiva di una generazione, di un mondo.

Ma il film più interessante della settimana è di certo Quella casa nel bosco. Un horror che pesca a piene mani dall'immaginario "da paura" di tutto il cinema e ne fa una macedonia geniale. Ironia a vagonate, una struttura narrativa che sfida i registi a interrompere la suspense sempre sul più bello, un finale ferocissimo, tutto contribuisce a quello che possiamo già definire un cult del genere. Da tempo in questa nicchia non si trovava un prodotto tanto originale, irriverente, surreale. E per di più ottimamente girato. Drew Goddard sbugiarda tutti i meccanismi dell'horror, ne cita ogni mostro, si permette di "maltrattare" grandi attori- da Richard Jenkins a Susan Sarandon-, si fa beffe di tutti senza mai far scadere la qualità della sua regia e del suo racconto. E si sente la mano- in produzione e scrittura- di Joss Whedon, che già con The Avengers aveva mostrato una certa vena ironica nell'entrare in un meccanismo pur molto collaudato. Quella casa nel bosco è l'elogio iconoclasta dello stereotipo cinematografico, la divertente e dissacrante apologia di un genere. Tanto che piacerà, di sicuro, anche ai non appassionati. Divertimento assicurato e, alla fine, capirete che il film non è neanche così "stupido" come vorrebbe far credere. E ricordate l'unica regola dell'horror che vale sempre: scappare è inutile.

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