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Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2012 alle ore 21:07.

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Inge Feltrinelli (Alinari)Inge Feltrinelli (Alinari)

«Gli anni '70? Sono stati anni orrendi, per fortuna quel decennio tragico si è concluso». All'inizio, Inge Feltrinelli, 82 anni, fotografa ed editrice, non parla volentieri di quel decennio che è oggi protagonista della mostra a Palazzo Reale di Milano, «Addio Anni 70». «Nel '72 ho vissuto la tragedia della perdita di mio marito, Giangiacomo - spiega -. E tutti avvertivano con un senso di insicurezza i profondi mutamenti della società e della politica». Poi, Inge Feltrinelli si lascia andare ai ricordi.

Erano anche anni di grande tensione creativa

Sì, e questo valeva anche per la letteratura. Era il momento del boom degli scrittori sudamericani: noi arrivammo per primi, pubblicando nel '68 Gabriel Garcia Marquez. Il successo di Cent'anni di solitudine proseguì nel decennio successivo.

E Milano? Lei c'era.
Sono arrivata in Italia nel 1960 e mi sono stabilita a Milano, vivendone pienamente il clima culturale. Ero giovane, frequentavo intellettuali, artisti, mostre, gallerie... Marconi era un grande vecchio "guru" tra i galleristi. Il pittore Tadini, quando faceva una mostra, affittava sempre dei tavoli nelle balere: era bello, sexy e gli piaceva ballare. Una volta, dopo una mostra di Valerio Adami, siamo andati tutti a ballare in un locale dietro corso Buenos Aires, allora non ci voleva niente per essere allegri.

Quindi in «Addio Anni 70» ci sono le opere di molti suoi amici.
Non sono ancora andata a Palazzo Reale perché sono reduce da un incontro di due giorni con il premio Nobel Nadine Gordimer. Conto di andarci nei prossimi giorni: sì, sarà come andare a salutare dei vecchi amici... Vincenzo Agnetti, mi regalò un meraviglioso orologio senza lancette, che io poi ho lasciato a un poeta dissidente russo, pentendomene amaramente. Da Arnaldo Pomodoro, invece, venne organizzata una grande festa, ci saranno stati 100 invitati, con Ettore Sotzass, Monica Vitti e Antonioni. All'improvviso arrivò la polizia, perché la musica era troppo alta!

Qual era l'atmosfera di quegli incontri?
Per fare una festa bastavano solo un bicchiere di vino e un panino. C'era il senso dell'amicizia, del fare le cose insieme, il piacere di comunicare con gli altri. Erano gli anni in cui molti ambivano a diventare grandi artisti, c'era insomma il gusto di fare dei progetti. Oggi invece la depressione economica ha spazzato via tutto questo, oggi la gente non ha più stimoli, né soldi. Negli anni '70 c'era un senso di insicurezza, però c'era anche la speranza. Oggi resta solo l'insicurezza.

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