Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 03 luglio 2012 alle ore 08:13.

My24
(Pittogrammi di Luigi Farrauto)(Pittogrammi di Luigi Farrauto)

La storia dell'incredibile sondaggio di Ballarò mostra in modo esemplare perché la casta è orribile ma anche noi non siamo messi bene. Anni e anni di demagogia, di generici strali contro "i politici", di sparate apocalittiche, di dietrologia, di giustizialismo sfrenato e di tutto il repertorio dei professionisti dell'anti-casta, hanno contribuito in modo cruciale a deresponsabilizzare l'elettorato, abituandolo a scaricare ogni problema sui politici e lavarsi così la coscienza. Hanno formato un'opinione pubblica immatura, lagnosa, superficiale, disinformata, che ragiona per luoghi comuni e frasi fatte. E che quindi nella maggior parte dei casi non può che scegliersi una classe dirigente egoista, localista, populista, appiattita verso il basso, che non rende conto di niente in particolare perché nessuno gli chiede conto di niente in particolare, dato che "sono tutti uguali". I politici lo hanno capito e ci marciano, infatti da tempo non promettono più di essere eccezionali ma di essere "gente come noi". Rassicurano, invece che scuotere. Seguono, invece che guidare.

La "casta" dei politici italiani, con tutte le sue grandi e pompose storture, non è piovuta dal cielo, né oggi rimane al suo posto grazie a superpoteri invincibili o paranormali. È stata votata, e poi ri-votata, e poi votata ancora. Dagli stessi che se ne lamentano, il più delle volte. E questo perché "la casta" dei politici è l'espressione ultima di un Paese che è interamente strutturato in modo castale. Si pensi alla nostra scarsissima mobilità sociale, per esempio, oppure allo scandaloso apartheid a cui sono relegati i lavoratori precari. Agli stipendi che si muovono solo e soltanto sulla base dell'anzianità, oppure all'arcaica e corporativa regolamentazione delle professioni. Caste, vere.
In quel famoso sondaggio di Ballarò, soltanto il 5 per cento delle persone consultate disse che "l'intervento prioritario contro la crisi" dovesse essere "le liberalizzazioni". Le riforme a costo zero, scelta obbligata in tempi di vacche magre, non godono di grande popolarità fra gli italiani. O meglio: ne godono, ma finché riguardano gli altri. Il farmacista preferisce svenarsi dal notaio, aspettare un taxi per mezz'ora, spendere di più per treni e aerei e pagare le commissioni bancarie piuttosto che ritoccare appena i privilegi della sua professione. In un Paese castale ognuno difende il suo piccolo beneficio, e i politici in questo senso svolgono persino un ruolo socialmente prezioso: fanno da capro espiatorio universale. Laddove la risoluzione di problemi complicati richiederebbe sforzi di mediazione e comprensione, "la casta" fornisce una soluzione semplice e popolare a qualsiasi problema di coscienza: la colpa è tutta loro, che sono tutti uguali, e finita lì. Nel corso degli anni, questo genere di sentimento ha sviluppato negli italiani una specie di rabbia strabica. Siamo tutti presi da mille concretissime preoccupazioni quotidiane ma non siamo granché interessati a capire le ragioni di quelle mille concretissime preoccupazioni, ad andare oltre le frasi fatte. E quindi ci siamo avvitati: più ci incazziamo e più le cose non si muovono, e ci incazziamo ancora di più. Contesti sociali del genere non producono niente di buono.

È opportuno concedere l'attenuante della buona fede a una buona parte delle iniziative contro "la casta", sinceramente benintenzionate. Le conseguenze però rimangono. Ogni autentica battaglia politica contro "la casta" non può fare a meno di porsi analogo obiettivo nei confronti di chi in questi anni, volontariamente o no, ha creato le condizioni perché questa prosperasse, promuovendo la sua sopravvivenza in queste o altre forme: i professionisti dell'anti-casta. Non esiste, non può esistere, una via demagogica al ricambio delle classi dirigenti italiane: se sembra che ci sia, non un è vero ricambio; se si pensa che il fine giustifica i mezzi, che "à la guerre comme à la guerre", allora si è già diventati parte del problema .

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi