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Questo articolo è stato pubblicato il 01 luglio 2012 alle ore 08:17.

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Lo mostrano proprio i neuroni specchio. Nelle aree motorie dei miei lobi frontali, la maggior parte delle cellule sono neuroni dei comandi motori che scaricano quando compio un'azione specifica: se allungo la mano per prendere una matita, per esempio, orchestrano la sequenza appropriata di contrazioni muscolari nel braccio. Alcuni di essi però scaricano anche quando osservo qualcun altro farlo, e mi consentono così di simularne l'intenzione, di "leggergli in mente".
Dieci anni fa, quasi, ipotizzavo che nel permettere un'imitazione sofisticata delle capacità altrui, quei neuroni avevano favorito una rapida trasmissione lamarckiana delle invenzioni da una generazione all'altra e aggirato così la lentezza dell'evoluzione darwiniana. Con i miei colleghi, suggerivo che fossero disfunzionali nell'autismo, un'idea per la quale ci sono adesso dati suggestivi anche se non definitivi. Molte delle funzioni attribuite ai neuroni specchio – empatia, adozione del punto di vista altrui, imitazione, finzione ludica, aspetti del linguaggio eccetera – sono proprio quelle perse nell'autismo.
A parte la sua plausibilità teorica, la nostra idea è suffragata da vari studi di imaging cerebrale, alcuni fatti da noi. Se teniamo conto dei limiti di questi studi però, al momento per l'autismo la "teoria dello specchio infranto" è convincente, ma non conclusiva (come sottolineo spesso, anche se la stampa tende a dimenticarlo). Ma anche se i dati empirici sono inconcludenti, le nostre ragioni teoriche reggono: non esiste una teoria migliore per mappare in uno sotto-sistema di neuroni i sintomi specifici dell'autismo.
Ci sono anche aspetti teorici fondamentali delle funzioni cerebrali. È difficile essere in contatto con pazienti neurologici, senza confrontarsi con alcuni dei problemi cruciali della filosofia: illusione e realtà, verità e inganno, libero arbitrio e determinismo, linguaggio e pensiero e – com'è ovvio – corpo. Questi problemi impegnavano i neurologi a cavallo tra Ottocento e Novecento, come i francesi Charcot, Broca, Dejerine, ma anche Gerstmann, Hughling Jackson e Critchley. Era l'età dell'oro della neurologia, presto eclissata dal behaviorismo e dalla comparsa di nuove tecnologie. In Italia c'è stato di recente un ritorno dell'età dell'oro grazie a Bisiach, Aglioti, Berlucchi, Rizzolatti, Gallese, Buccino, Iacoboni, Ferrari e molti altri che hanno usato tecniche semplicissime per fare scoperte sorprendenti, con uno stile di ricerca che non si usa più negli Stati Uniti (Norm Geschwind e i suoi studenti sono eccezioni).
Cerco di continuare quella tradizione parlando sia di questioni cliniche concrete che di quelle teoriche che, spero, interessino i non addetti e diano nuovi spunti agli specialisti.
In passato, capitava spesso agli scienziati di presentare in un libro idee comprensibili dai non specialisti. Si pensi alle Origini dell'uomo o all'Espressione delle emozioni di Darwin, in realtà a quasi tutti i suoi libri, a quelli di Galileo e di Thomas Huxley, alle conferenze di Natale di Faraday. Nel secolo scorso sembrava che l'usanza si perdesse, ma le hanno dato nuova vita agenti letterari come John Brockman, autori come Stephen Jay Gould, Richard Dawkins, Steven Pinker, Francis Crick, Eric Kandel, Roger Penrose e Stephen Hawking.
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premio merck serono
I vincitori della X edizione
I due vincitori della decima edizione
del Premio Merck Serono sono il neurologo indiano Vilayanur S. Ramachandran con il saggio L'uomo che credeva di essere morto (Mondadori, Milano, pagg. 370, € 20,00) e Jean Echenoz con il romanzo Lampi (traduzione di Giorgio Pinotti, Adelphi, pagg. 176, € 17,00). A Telmo Pievani menzione speciale della giuria per il saggio La vita inaspettata. Il fascino di un'evoluzione che non ci aveva previsto(Raffaello Cortina, Milano, pagg. 252, € 21,00).
La cerimonia di premiazione si terrà martedì 3 luglio alle ore 19 a Roma, a Villa Miani. Nel corso della cerimonia verranno premiati tre racconti di studenti che hanno partecipato al progetto La scienza narrata, e le scuole coinvolte riceveranno una menzione d'onore ( Liceo Scientifico Avogadro, Torino; Liceo Classico Cavour, Torino; Liceo Torquato Tasso, Roma)

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