Quando rossi e neri inventarono i "forchettoni"

Postcomunismo e postfascismo sono nati attingendo anche ai serbatoi di antipolitica che avevano alimentato nei decenni di opposizione, quando la critica del potere prima democristiano e poi socialista era stata di segno morale oltre che politico. Nel frattempo è passato un ventennio, la Seconda Repubblica ha fatto il suo corso quasi per intero, elettori e militanti che erano stati postfascisti e postcomunisti hanno avuto il tempo di farsi idee diverse o di dimenticare quelle di un tempo. Ma quel rumore di fondo è rimasto ben piantato nella costituzione più profonda del dibattito pubblico italiano. Pronto a riemergere nella nuova crisi repubblicana di questi mesi, con il suo corredo di richieste di purezza e promesse di pulizia. Richieste e promesse assai più rumorose che in passato e meno disciplinate da un'ideologia generale. Con la differenza che a farne le spese, oggi, sono anche gli eredi di quei partiti che quel corredo avevano coltivato per anni. E nessun vanto di professionalismo politico né alcun orgoglio di partito sembra in grado di garantire sufficiente protezione.

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