Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2012 alle ore 08:18.

My24

dei 100 disegni attribuiti
al giovane Caravaggio.
Si tratta con tutta evidenza di un esercizio
di copiatura sopra il cosiddetto «Alessandro morente», una scultura
di ambito pergameno databile al II secolo a.C., conservata presso la Galleria degli Uffizi
a Firenze.
parola d'esperto
Chiunque faccia un'importante scoperta in ambito artistico di solito si comporta così: prima di renderla pubblica, la sottopone agli esperti più autorevoli, ascoltando attentamente i loro pareri, o la pubblica in contesti scientifici pertinenti (monografie, convegni, mostre, riviste eccetera). Chi decide di perseguire scorciatoie ottiene forse la visibilità mediatica ma rischia di vedere seppellire velocemente le proprie proposte. È il caso dei «100 disegni attribuiti al giovane Caravaggio», cui Il Sole-24 Ore Domenica ha dedicato la rubrica Il graffio la settimana scorsa («Caravaggio, modello Schettino»). Se i due "scopritori" di Caravaggio avessero chiesto prima un parere a Giulio Bora (il più grande esperto di grafica lombarda tra '500 e '600) sarebbero stati messi in guardia. Lui – che i fogli del cosiddetto «Fondo Peterzano» li ha visti sul serio uno per uno dal vero – avrebbe potuto confermare che lì di disegni di Caravaggio ne esiste forse uno solo, da lui già pubblicato con mille cautele e mille punti di domanda. Così non è stato. Quindi i primi filologi che si sono collegati al sito dell'Ansa attratti dal clamore della notizia sono stati in grado a occhio nudo di smentire la mano di Caravaggio, fin dai primi disegni apparsi sul monitor. Tra questi Davide Dotti, giovane e brillante conoscitore, seguace del metodo longhiano, formatosi all'Università Cattolica di Milano e alla Fondazione Longhi di Firenze.

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi