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Questo articolo è stato pubblicato il 05 agosto 2012 alle ore 15:23.

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Dovevate vedere l'eterno ragazzo Leos Carax con in mano il Pardo d'onore Swisscom sul palco di Piazza Grande. Sguardo sornione, scapigliato, sorrideva forse chiedendosi se il riconoscimento del 65° Festival del film Locarno fosse alla carriera passata o futura. Lui che è uno che rompe gli schemi era lí, in un momento solenne, affiancato dalla star che ha fatto esordire sul grande schermo: Kylie Minogue. E un pensiero al suo primo film, il bellissimo Boy Meets Girl, girato a soli 23 anni, gli è andato di sicuro. Credevano in pochi in lui, folgoró tutti. Ma avrà pensato anche alle follie produttive del suo unico neo, Les Amants du Pont-Neuf, o a Rivette che definí Pola X "il miglior film degli ultimi dieci anni" (era il 1999). E persino alle urla a Cannes dopo l'ottimo Holy Motors, equamente divise tra chi urlava al capolavoro e chi alla fantozziana "cagata pazzesca". Lui è cosí, divide, lo si ama (spesso) o lo si odia. E la cosa gli piace terribilmente. A Locarno si è aperto come raramente gli è capitato. Allo Spazio Cinema, con il pubblico e non solo.

Lei non ama molto le interviste, pubbliche e non
Parlare di cinema per me è un incubo, e farlo alla luce del sole è un incubo ancora peggiore: per me il cinema è un fatto notturno. Ma ci provo: faccio cinema ma non sono un cinefilo. Ho visto molti film da giovane mentre scoprivo la Settima Arte, tra i 16 e i 25 anni: film muti, americani, della Nouvelle Vague. Ora mi sembra d'aver pagato il mio tributo di cinefilo: naturalmente amo ancora il cinema, ma ci vado molto meno.

Lo vede meno anche perchè le piace meno?
Oggi il pubblico è più impaziente; è stato educato dalle serie americane. I film di genere forse non sono più molto amati per questo. Ma non conosco bene lo stato attuale del cinema, forse non ne so neanche molto da sempre. Non so perché, ad esempio, i film piacciano. Io non li riguardo mai i miei, quindi non so che impatto possano avere sullo spettatore. In ogni caso cerco di non avere mai paura del ridicolo nelle mie opere, e forse è per questo che molti hanno ritenuto Pola X un film grottesco.
Quello che posso dire con certezza è che vita e cinema sono indissolubilmente legate. Vedo il cinema come un'isola dalla quale è più facile guardare la vita. Quando l'ho scoperto, negli anni Ottanta, ero molto riconoscente d'aver trovato un mondo dove vivere, e creavo le mie opere con gratitudine e amore

Holy Motors è un film ancora piú estremo del suo solito. Ha acuito il suo lato sperimentale?
Ho fatto il film che sentivo e volevo. Holy Motors è incentrato sul tema del viaggio da una vita all'altra, ed è il viaggio stesso l'elemento segreto, il lato "holy" del film, a mio parere. Poi spesso sono attratto dai dettagli. La limousine, per dirne una. Credo che queste tipo di macchine siano molto affascinanti: hanno un fascino erotico e sembrano fatte per essere guardate, ma al contempo non mostrano chi si trova al loro interno; sedere in una limousine è come trovarsi in una bolla virtuale. Inoltre questo lungometraggio è importante perché forse segna un cambiamento di registro per me. I miei ultimi film, il cortometraggio Merde e Holy Motors, appunto, hanno un registro farsesco che prima non usavo. Se non avessi trovato questo nuovo modo d'esprimermi forse non lavorerei più: tra i 40 e i 50 anni ho girato in totale 40 minuti di film.

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