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Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2012 alle ore 08:20.

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Quasi quarant'anni dopo calando sul fondale a nord di Levanzo, a settanta metri di profondità, tre rov (Remotely operated vehicles), contribuiscono alla ricerca studiata e organizzata da Sebastiano Tusa in collaborazione con la rpm Nautical Foundation. Dopo ripetute campagne di ricerca, nel fondale detto «Banco dei Pesci», nel giugno 2008, tre rostri sono stati individuati e portati in superficie: successo straordinario confermato nel 2011, con il recupero di altri esemplari di quell'arma letale. Le ricerche continueranno nelle future stagioni, per accumulare altri resti di quella che fu, occorre ripeterlo, una delle maggiori battaglie navali dell'antichità. Il fondo piatto e sabbioso di quel tratto di mare ha molti reperti ancora da restituire. Altri elmi e altri rostri. «Come vedi ognuno dispone di tre spuntoni contundenti», mi dice Tusa, mostrandomeli, mentre se ne prepara il restauro. «Si allungavano a pelo d'acqua sulla prua dello scafo lanciato verso la nave avversaria... Il successo era certo, ma se il rostro rimaneva incastrato nella nave colpita, l'attaccante affondava con l'avversaria.» Tra i rostri recuperati nel 2011, uno è cartaginese; e nel dorso di uno di essi, è incisa una preghiera: «Possa il Dio Baal far penetrare quest'arma in una nave nemica». Questo evidentemente avvenne, ma chi colpì l'avversario rimase incastrato e affondò con lui.
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il libro
Si intitola Relitti e tesori
Avventure e misteri nei mari del mondo il nuovo libro di Folco Quilici, in uscita questa settimana da Mondadori (pagg. 240, € 20,00) di cui pubblichiamo un brano in anteprima. È una cavalcata per i più famosi relitti, un affascinante viaggio sotto la superficie dell'acqua: un'immersione nel punto di incontro tra la potenza della natura e la tecnica degli uomini.

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