Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2012 alle ore 08:51.

My24

Il prezzo pagato? 130 dollari.

Ovvero, secondo Tye, il «peccato originale» nella storia del fumetto, un furto paragonabile ai 24 dollari che gli olandesi versarono agli indigeni per impadronirsi dell'isola di Manhattan («Siegel e Shuster erano convinti che di personaggi così ne avrebbero potuti sfornare in quantità, e anche di più sofisticati» sostiene lo specialista Grant Morrison in Supergods, altro saggio sull'argomento).

Così, nell'estate del '38 ,spunta negli empori quella fantastica copertina in cui un fiero Superman solleva un'automobile sopra la testa, mentre un paio di figuranti scappano spaventati, con quel gesto di paura che avrebbe traversato il secolo, dal Grido di Munch ai poster di Scream. È in questi capitoli sugli esordi dell'eroe che risiede il fascino del libro di Tye, prima che dilaghi la sua puntigliosa elencazione delle dispute legali che circonderanno l'esistenza di Superman e la spartizione dei suoi formidabili proventi, tra avidi eredi e businessmen senza scrupoli. L'Uomo d'acciaio, ovviamente, vola ben più su di queste umane miserie ed è nel mondo delle idee che conviene restare per apprezzare i motivi del suo successo, dall'America prebellica fino ai giorni nostri, quando è ancora un prezioso asset dello spettacolo (in questi giorni è in uscita l'ennesimo film d'animazione, Superman vs The Elite, mentre per il 2013 la WB ha in programma Man of Steel, con Henry Cavill nella parte dell'eroe, Russell Crowe come suo padre biologico e Kevin Costner con Diane Lane nel ruolo dei terrestri che si occupano d'allevarlo). È la "perfezione" di Superman la chiave della persistenza del suo successo: lui non ammette dubbi o incertezze sulla sua vocazione e sulla sua predestinazione sotto le insegne del Bene. È il più maniacale angelo custode che l'umanità possa procurarsi. Fa sempre lo stesso lavoro: ripulisce il mondo dalle storture, ma sa farlo come nessun'altro.

È un abitudinario, ha sempre le stesse frequentazioni, non recede di un millimetro dai suoi principi, neppure al cospetto della modernità: Superman non si arrende mai, non uccide, non lascia un lavoro a metà.
È puro spirito americano originale.

Perfino da morto, durante il biennale iato che seguì l'intuizione dei suoi editori di toglierlo dalla circolazione per rilanciare le vendite (prima dell'inevitabile ritorno), Superman è ciò che noi friabili mortali possiamo ammirare solo dal basso: un dio, che lavora nel mondo dei fumetti.
Di diventare come lui, non se ne parla. Lui non è umano. Batman lo è, e lui sì che ne spacca di facce. Superman vola, è imperturbabile nell'eccezionalità e seguirlo impone che si sostituisca l'ammirazione alla suspense, come accade con un eroe omerico. Superman è il buco nero che ingoia il male in cui si imbatte. Non a caso saranno difficili le sue trasposizioni cinematografiche e solo le fattezze apollinee di un Christopher Reeve gli conferiranno il tenore che merita. Dove invece Superman risplende è nei fumetti, veicoli tangibili dell'attaccamento alle radici e a un passato felice.

Allorché era magnifico portare un suo albo sotto il braccio, magari insieme a quello di Topolino, perché in fondo i due si completavano nel quadro della sublime aspirazione americana: quella d'una sorridente dominazione, d'una forza assoluta e positiva discesa tra noi per realizzare i più nobili degli ideali.

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi