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Questo articolo è stato pubblicato il 19 settembre 2012 alle ore 07:54.

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Tutti a Malta. Barche, giochi, persone fisiche e capitali. Nel mezzo dell'euro-tempesta che scuote il Mediterraneo, l'isola-Stato a 83 chilometri dalla Sicilia si propone come porto sicuro per chi fugge lo tsunami degli spread. Tanto che cominciano a ingrossarsi le fila di privati cittadini e società che cercano rifugio tra le spiagge dell'arcipelago.

Ad attrarre investimenti e nuovi residenti non ci sono solo il colore turchese del mare e caldi raggi solari per 300 giorni l'anno. Ma soprattutto c'è un sistema fiscale leggerissimo, definito da normative dell'Unione Europea, e quindi del tutto legale. Fino a qualche anno fa Malta, appena 430mila abitanti, assomigliava a un'isola della Tortuga, piantata nel cuore del mare nostrum: la più piccola economia europea (unica nel continente a parlare una lingua semitica e capace di dialogare – anche in inglese, seconda lingua ufficiale – con mondi diversi come quello arabo, latino e anglosassone) tirava a campare quasi esclusivamente di turismo, real estate e affari non sempre cristallini, almeno non quanto le sue acque. Nel 2008, dopo un sofferto referendum, il Paese è entrato a far parte della moneta unica. E si è trasformato in hub finanziario low cost riconosciuto e rispettato. Il Governo ha dato il via libera alle riforme dell'economia, alla privatizzazione delle aziende di Stato, ha imposto un freno alla spesa pubblica e ha pure approvato una legge sul divorzio, per stare al passo con i tempi. In cambio Malta ha ottenuto dall'Ue la possibilità di sfruttare la leva di un sistema fiscale privilegiato, oggi particolarmente ambito da privati e società finanziarie di tutta Europa.

Con il dilagare della crisi economica, infatti, tra spending review a tutto spiano e i fari accesi sugli evasori che parcheggiano denari fuori dall'euro zona (Monaco, Andorra e Svizzera), l'isola offre un approdo sicuro (e legale) per investitori benestanti. A cominciare dal mare.
Da quest'anno le bandiere bianco-rosse con la croce di Re Giorgio svettano sulla flotta più grande d'Europa, per oltre 25 milioni di tonnellate di stazza che navigano con passaporto maltese. A La Valletta non vengono a registrarsi solo mercantili e container da tutta Europa, ma anche imbarcazioni da diporto di lusso. Negli ultimi 12 mesi circa 300 superyacht "stranieri" hanno preso cittadinanza maltese. Il fisco leggero su persone e aziende attira pure il gaming online, dal Texas hold'em in giù. Basti pensare che l'autorità per i giochi maltese ha emesso più di 400 licenze per altrettanti operatori. In Europa, una società di gioco d'azzardo online su tre è registrata a Malta. Per alcuni Paesi come la Danimarca la percentuale supera il 60% del totale. Una manna per lo Stato maltese, privo com'è di risorse naturali e di industrie, che incassa e ringrazia.

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